Famiglia tuttofare in viaggio

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Giappone: viaggio fra modernità e tradizione

Perché scegliere di partire alla scoperta del Giappone?! Che cosa offre questo bellissimo Stato intriso di modernità e tradizione?

Oggi Roberta ci racconta le sue considerazioni.Giappone viaggio itinerario

Abbiamo capito come sarebbe stato il nostro viaggio in Giappone appena scesi dal treno che ci ha portati dall’aeroporto di Tokyo all’affollatissima stazione di Shinjuku, cuore pulsante della città, con 1 milione di persone che transitano di lì ogni giorno.

Noi eravamo stanchi per il volo intercontinentale e trascinavamo le nostre enormi valigie (io non riesco a viaggiare leggera come Monia), cercando di capire la direzione da prendere per raggiungere il nostro albergo. Ci avviciniamo ad un’enorme cartina della stazione cercando di raccapezzarci, quando ci affianca un signore che inizia a parlarci inglese e ci chiede se avessimo bisogno di aiuto. Non so voi, ma se, in Italia, uno sconosciuto mi avvicina chiedendomi se ho bisogno di aiuto, io comincio a guardarmi intorno, a controllare se ho ancora il cellulare e il portafoglio…o, al più, inizio a pensare che chi ho di fronte mi voglia spillare dei soldi per una semplice informazione.

Da italiani diffidenti, abbiamo cercato di sganciarci il più velocemente possibile, ma lui ha continuato ad insistere e alla fine ci siamo fidati. Non solo ci ha indicato la direzione per il nostro albergo, ma ci ha accompagnati fino all’ingresso, ci ha salutati gentilmente e ci ha detto che gli faceva sempre piacere avere l’occasione di parlare inglese con qualche turista.

Questo è stato il benvenuto che ci ha dato il Giappone e che è continuato per tutto il viaggio.

Il Giappone è un paese in cui la micro-criminalità non esiste.

Abbiamo potuto girare tranquillamente, da soli, indisturbati, anche di sera tardi, senza mai sentirci in pericolo o osservati in quanto turisti…e vi assicuro che si spicca abbastanza, da occidentali, tra persone asiatiche.

Le persone percorrono lunghi tratti in metropolitana e, spesso e volentieri, si addormentano con le borse aperte, senza alcun timore di poter essere derubati.

I bambini, nonostante la metropoli da milioni di abitanti, vanno a scuola da soli prendendo la metropolitana in una città tentacolare come Tokyo. E non intendo gli adolescenti, ma i bambini delle elementari di 5/6 anni! Abbiamo visto spessissimo i genitori accompagnarli in macchina alla fermata della metropolitana, salutarli e farli scendere per prendere da soli i mezzi per raggiungere la scuola!

Una vera utopia se si pensa a tutto quello che succede da noi in Italia!

Siamo stati avvicinati senza alcun timore da bambini che volevano parlare inglese con noi, perché la scuola aveva dato loro il compito di parlare con persone straniere per impratichirsi…e anche questo ci è sembrato anni luce lontano dalla raccomandazione che spesso facciamo ai nostri bambini di non parlare mai con gli sconosciuti!

Il Giappone è al top per i diritti civili: a parte l’ordine e la pulizia diffuse ovunque (mai una carta per terra e tutti i luoghi pubblici super puliti), l’organizzazione regna sovrana.

I treni, sia quelli standard che i veloci Shinkansen, sono puntualissimi: puoi regolare l’orologio sulla base dell’orario del loro arrivo.giappone viaggio itinerario Japan Rail

La metropolitana è super organizzata: segnali ad ogni fermata di porta indicano dove mettersi rigorosamente in fila per aspettare il treno. Una volta arrivato, prima tutte le persone scendono e poi possono salire quelle in attesa sulla banchina.

Nonostante possano sembrare freddi con tutta la loro organizzazione, con noi i Giapponesi sono stati sempre gentilissimi. Li abbiamo trovati un po’ schivi nel parlare inglese, forse perché il loro perfezionismo li porta a non fare una cosa se non la sanno fare più che bene, ma questo non li ha mai fermati dall’aiutarci, anche solo scrivendoci sulla calcolatrice il numero del binario cui dovevamo dirigerci.

Li abbiamo sempre trovati sorridenti. Anche quando noi siamo stati un po’ ‘invadenti’ con le nostre foto, loro ci hanno sempre sorriso e si sono messi in posa.

Giappone Viaggio itinerario

Quello che mi ha colpito più di tutto, però, è stata la dignità di questo popolo e paese meravigliosi! Dignità che più di tutto abbiamo riscontrato ad Hiroshima, la città a tutti tristemente nota. Ad Hiroshima è possibile visitare il museo legato alla caduta della bomba atomica, che raccoglie reperti davvero toccanti e racconta come queste bombe abbiano devastato il paese e la popolazione per molti anni.

Quello che più di tutti mi ha colpito, però, è stata la targa che abbiamo trovato nella prima sala del museo. La targa ricorda il dolore che la bomba atomica ha provocato allora e che provoca ancora adesso con tutti i suoi strascichi. L’incisione ricorda tutto questo, ma continua, rammentando anche, che la nostra memoria non deve soffermarsi solo alla bomba atomica, ma deve andare alla guerra in generale.  Non bisogna infatti dimenticare che anche il Giappone, con la sua politica colonialista e le guerre ad essa correlate, ha causato dolore in molte altre popolazioni.

Non so voi, ma a me non è mai capitato di visitare un museo dedicato ad un fatto tanto grave e vedere una presa di coscienza così profonda. Il Giappone ha sofferto di decine di migliaia di vittime, perlopiù donne e bambini, che sono morti tra atroci sofferenze nei giorni successivi allo sgancio della bomba. Nonostante ciò, proprio nel luogo in cui tutta quella sofferenza viene ricordata e testimoniata, il Giappone trova la forza per ammettere anche le proprie colpe, per ricordare che dobbiamo sempre imparare dalla storia, riflettendo non solo sulle ingiustizie che un popolo ha subito, ma anche sulle sofferenze che può aver arrecato ad altri.  Giappone Hiroshima viaggio itinerario

Un esempio di lungimiranza e umiltà che credo poche popolazioni siano in grado di esprimere così bene come il popolo giapponese e che, sinceramente, mi ha toccato veramente il cuore.

Abbiamo pianificato un viaggio fai da te di 18 giorni, dedicando 6 giorni a Tokyo e dintorni, 3 giorni alla zona di Takayama e Kanazawa, 4 giorni a Kyoto, 2 a Hiroshima e Myajima, 2 ad Osaka, ma ve ne parlerò nel prossimo articolo.

Roberta

Se state per organizzare un viaggio itinerante vi consigliamo di dare un’occhiata al nostro post sui consigli per risparmiare.

Non perdetevi il prossimo racconto con consigli pratici e l’itinerario intrapreso da Roberta, iscrivetevi al blog.

Testo e foto di Roberta

Racconigi: Castello e Centro cicogne

Racconigi si trova in Piemonte nella provincia di Cuneo a soli 40 km da Torino, è un paese di circa 10000 abitanti che conserva piacevoli sorprese.

Qui infatti si può ammirare il Castello Reale di Racconigi e visitare il suo vasto Parco che si trova nel retro del Castello e a circa 3 km dalla Residenza Reale si trova un Centro per la salvaguardia delle cicogne e anatidi.

Noi siamo arrivati in mattinata e abbiamo deciso di fare prima il giro nel centro cicogne, di fermarci a mangiare nel ristorante adiacente, e poi di visitare il Parco del Castello e successivamente la Residenza Sabauda.

Il centro cicogne e anatidi LIPU di Racconigi dispone di un ampio parcheggio gratuito, un centro viiste con materiale didattico, un’area pic nic e servizi igienici, un bar-ristorante con la biglietteria e una piccola zona con souvenir.

Si entra da un cancello chiuso e si segue un percorso consigliato, il luogo è molto vasto circondato da vari laghetti, una palude e un’oasi con spazi interamente dedicati a certi volatili, si trovano lungo il percorso capanni di osservazione e percorsi schermati per il birdwatching. Parole d’ordine per poter avvistare i volatili: il silenzio e la pazienza. Si riescono infatti ad avvistare tanti uccelli, cicogne, gru e molte specie di anatre, ma occorre non fare rumore per non farle scappare. La visita richiede un’ora abbondante, per chi ama la fotografia anche più tempo. Ogni stagione ha i suoi avvistamenti, in autunno inoltrato si riescono a vedere le cicogne adulte, le gru, le anatre e i loro stupendi e colorati piumaggi, pavoncelle, germani e molti altri esemplari. Nel periodo caldo ci sono anche i giovani adulti che migrano a fine agosto in luoghi più caldi.

Lungo il percorso vi sono pannelli esplicativi che spiegano il progetto di salvaguardia di queste specie animali e le caratteristiche di questi uccelli.

La particolarità del luogo è anche nella presenza nei comignoli, nei campanili e anche nelle alte sporgenze del Castello dei nidi delle cicogne, un “simbolo” molto carino del luogo.

Vi consigliamo anche una sosta nel ristorante/bar, noi abbiamo mangiato molto bene, si possono trovare prodotti tipici piemontesi, peperoni con cremina alle acciughe, polenta con carne, ma anche una semplice tagliatella in bianco per i bimbi. Costi contenuti e personale veloce e gentile.

QUI potete trovare tutte le informazioni utili per una visita, orari e costi.

Parco Castello Racconigi

Parco del Castello di Racconigi

Il Castello di Racconigi è una famosa residenza sabauda riconosciuta Patrimonio dell’Umanità, è perfettamente conservata e visitabile, sul retro si affaccia su un vasto parco utilizzato dal ‘900 come riserva di caccia e zona agricola. Potrete scegliere di visitare o il parco o il castello o entrambe le attrattive, il costo è molto contenuto 5 euro per il biglietto intero per il castello e 2 per il parco, gratuito fino ai 18 anni e con il biglietto del castello si può avere il biglietto ridotto al Castello di Stupinigi (entro 3 mesi). Inoltre la prima domenica del mese la visita al Castello di Racconigi è gratuita.

Il Parco del Castello è un’oasi verde interamente visitabile in circa un’oretta a piedi, 5 km scarsi su stradine di sabbia e ghiaia, ma è possibile anche visitarlo su una carrozza trainata da cavalli, all’interno troverete vari edifici, come il Cinile e la bellissima e fiabesca La Margarita, un laghetto con anatre e un’area ristoro con bar e servizi.

Il Castello può essere visitato da soli, si trovano lungo il percorso pannelli esplicativi, o si può scegliere una visita guidata organizzata dall’Ufficio Turistico di fronte alla Residenza Reale, sicuramente questa seconda opzione permette una conoscenza più approfondita..

Le sale del Castello sono sontuose, ricche di arredi di epoche differenti, stucchi e affreschi, saloni ispirati ai miti di Ercole e Diana, carta da parati esotica che richiama la Cina, peccato che nella nostra visita si potesse solo vedere il primo piano nobile, ci sarebbe sicuramente piaciuto vedere anche il secondo piano.

Il Castello e il Parco di Racconigi ricordano molto altre opere appartenute ai Savoia come il Parco naturale La Mandria e il suo Castello, Racconigi non ha sicuramente niente da invidiare ad altre Residenze Sabaude, anzi è ricca di arredi che in altre strutture mancano, forse andrebbe solo valorizzata e promossa di più.

Per maggiori informazioni consultate il SITO.

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Francesca&Paolo

Viaggio in Van da Cape Jervis ad Uluru

Uluru tramonto australia viaggio itinerante

Uluru al tramonto

Ayers Rock, Uluru per gli aborigeni, è il famoso monolite rosso, situato nel Parco Nazionale Uluru- Kata Tjuta nel Red Centre, è sicuramente il simbolo indiscusso dell’Australia, quello che sogni di vedere e che sai ti emozionerà.

La maggior parte delle persone decide di arrivare a visitare l’area Uluru Kata Tjuta con un volo interno direttamente su Ayers Rock o su Alice Springs, noi invece avevamo un desiderio, quello di arrivare on the road direttamente da Cape Jervis, attraversando l’outback australiano, con un Van. Potevamo non coltivare un sogno?! Certo che no!

Iniziamo con il dire che è una cosa assolutamente fattibile e sicura, in rete ne avevamo lette di ogni, invece è un’esperienza veramente emozionante, unica nel suo genere e se, come noi, amate macinare km, ammirare gli spazi sconfinati, assaporare paesaggi che mutano lentamente sotto i vostri occhi, fermarvi in piccole ed originali cittadine…beh, lanciatevi in questa avventura!

Australia Outback viaggio in van

Outback Australiano

Noi abbiamo percorso 1570 km partendo da Cape Jervis, toccando le città più grandi, Adelaide, Port Augusta, Coober Pedy, attraversando rigogliose vallate verdi, aride aree di terra rossa, incontrando fattorie, laghi rosa, piccoli villaggi con solo tre abitazioni, villaggi multietnici di minatori e il niente, solo natura selvaggia.

Abbiamo diviso il viaggio in tappe, fermandoci soprattutto nelle città più grandi o in zone caratteristiche. Abbiamo noleggiato un van soprattutto per la sicurezza di avere sempre un posto dove dormire e la libertà di fermarci a mangiare un po’ dove e quando volevamo. Per chi non lo sapesse i Van o Motorhome sono mini camper, attrezzati con letti, tavolo per pranzare, angolo cottura con fornelli e frigo.

Lungo tutto il percorso intrapreso vi sono comunque ogni 150 km circa stazioni di servizio, Homestead, con zona rifornimento di benzina, bar/tavola calda e spesso anche motel spartani o aree di sosta per camper e roulotte. La strada che collega Cape Jervis fino a Uluru è una strada abbastanza trafficata, si incontrano spesso altri automobilisti soprattutto turisti locali con roulotte o i famosi Road Train australiani.

Due accortezze per il viaggio:

  • Uno, limitate la velocità sia perché gli animali liberi ci sono, in particolare canguri, emù, mucche e cammelli, e attraversano la strada all’improvviso, sia perché il rischio di bucare o sollevare i sassolini laterali della strada, rompendo il parabrezza, è reale, inoltre i Road Train vanno a velocità veramente sostenuta, perciò occhio.
  • Due, non guidate di sera, quando viene notte è il buio totale non si vede proprio niente, non ci sono case, non ci sono lampioni e gli animali, soprattutto canguri, escono all’imbrunire, è veramente pieno nei lati della strada di carcasse di questi poveri marsupiali.

Ma ora partiamo, che cosa merita di essere visto in questo on the road?!

Noi pensiamo che un viaggio non è solo la meta finale, ma è tutto ciò che lo circonda per arrivarci, per questo preferiamo i viaggi itineranti in macchina perché offrono la possibilità di vivere il luogo a 360 gradi.

Partendo da Cape Jervis si incontrano fino ad Adelaide dolci vallate verdi con pascoli, paesini affacciati sull’oceano, negozietti di antiquariato e piccoli bar/pasticceria che rallegreranno le vostre colazioni. Da Adelaide salendo verso Port Augusta si intervallano prati coltivati, fattorie tradizionali con silos e diversi laghi rosa, noi ve ne segnaliamo uno vicino a Port Wakefield a circa due ore da Port Augusta, Lake Bumbunga.

lago Rosa australia

Lake Bumbunga

In Australia i laghi rosa sono abbastanza diffusi, se ne trovano alcuni molto belli anche nella zona ovest, vicino a Port Gregory, o sud-ovest vicino a Esperance, non si sa con certezza la causa di tale colorazione, probabilmente è dovuta ai batteri che vivono sulla croste di sale di questi laghi, sta di fatto che sono veramente suggestivi da vedersi. Il consiglio è di riuscire a trovare un promontorio per ammirarli dall’alto, dal basso l’impatto visivo è più limitato, e di vederli in una bella giornata di sole.

Wadlata Centre

A Port Augusta abbiamo visitato il Wadlata Outback Centre, un museo che spiega l’outback appunto, la vita e le spedizioni dei primi esploratori. Vi si trovano lucidi sulla vita degli aborigeni, sulle caratteristiche del territorio, cenni sulla flora e fauna locale, i primi mezzi di trasporto con un’area dedicata al “The Ghan”, il treno che attraversa il Red Centre. Video e audio sono solo in lingua inglese, all’interno c’è anche un piccolo negozio di souvenir e una tavola calda. A noi e ai bimbi questo museo è piaciuto, è un’ottima infarinatura per approcciarsi all’outback e alla cultura aborigena. Port Augusta ha poi un carino porticciolo, con un piccolo luna park e negozi di ogni genere.

Coober Pedy australia viaggio tinerante

Coober Pedy

Risalendo ed arrivando nel cuore del deserto australiano si arriva a Coober Pedy, una città che sorge nel niente, intorno c’è solo il bush. Nata nel 1915 dopo che si scoprì nel suo terreno un fiorente filone di Opale, tutt’ora si continua ad estrarre tale minerale. La particolarità di questa piccola città di circa 1600 persone è quella di essere multietnica, qui veramente si incontrano persone di ogni nazionalità venute a cercare lavoro, ma soprattutto la maggior parte delle abitazioni si trova sottoterra, compresi anche hotel, negozi o chiese. Il motivo di questo paese underground è la temperatura, siamo infatti nel deserto, con estati che raggiungono temperature caldissime, le abitazioni sotterranee riescono invece a mantenere una temperatura costante e mite tutto l’anno.

Coober paedy

Da suggerire la visita alle due chiese sotterranee in Hutchison St e Rd e al museo, Umoona Opal Mine Museum, che racconta la vita dei minatori con oggetti ed attrezzi, un percorso sotterraneo strutturato e la ricostruzione di una tipica casa sotterranea locale, all’esterno inoltre c’è la possibilità di assistere all’estrazione dell’opale ad orari stabiliti.

Un altro sito interessante è infine Tom’s Working Opal Mine, che permette un tour sotterraneo in una vera miniera di Opale, la possibilità di vedere dal vivo un filone di opale nella roccia, di provare gli attrezzi del mestiere e di “vivere” i momenti salienti dell’estrazione.

…E poi si arriva ad Ayers Rock…

Partiamo subito con una precisazione, Yulura, la città che sulla carta sembra la più vicina a Uluru, è in sostanza l’insieme della struttura Ayers Rock Resort che comprende i vari hotel, appartamenti, campeggio, negozi, ristoranti e bar e qualche abitazione di residenti, noi ci aspettavamo una piccola cittadina, ecco non è così. Qui però trovate veramente tutto l’indispensabile, certo con i prezzi di un luogo che ha il monopolio per km su qualsiasi necessità e che per rifornirsi deve fare quasi un 500 km di strada.

Uluru

Uluru è un posto magico, emozionante, con una sua intensità emotiva, già da lontano ti fa battere il cuore, il momento del tramonto è estremamente poetico ed affascinante, i colori che sfumano dal marrone al rosso lasciano tutti in silenzio, il rito del tramonto si può ammirare nell’area auto sunset indicata nel parco. All’imbrunire tutti aspettano composti questo momento in cui la natura lascia senza fiato per la sua bellezza.

L’ingresso al parco nazionale è a pagamento e dà la possibilità di girare tutta l’area Uluru-Kata Tjuna, all’ingresso viena fornita la cartina con i trekking percorribili, i km e i livelli di difficoltà, si trovano comunque anche cartelli esplicativi nel tragitto dei vari percorsi. Noi abbiamo fatto con i bimbi i circa 10 km che costeggiano tutto il monolite, un percorso assolutamente fattibile da tutti, con lungo il tragitto panchine per riposarsi e acqua per bere o rinfrescarsi. Sicuramente andando in inverno le temperature erano dalla nostra, in estate con temperature più alte il percorso diventa più impegnativo e meno sicuro. Noi non abbiamo voluto salire su Uluru e abbiamo rispettato i divieti di non fotografare alcune aree, per noi viaggiare è conoscere e rispettare il luogo, ricordiamo infatti che Uluru è una roccia sacra per gli aborigeni. Per capire meglio cosa sia Uluru per i nativi del luogo, vi è un interessante centro culturale che racconta la storia del monolite e il significato che questa terra ha per gli aborigeni.

Kata Tjuta Australia viaggio itinerante

Kata Tjuta

Kata Yjuta è un’altra formazione rocciosa all’interno del Parco, altrettanto bella e maestosa,  comprende 36 “cupole” molto  particolari. I Monti Olgas offrono la possibilità di passeggiate più avventurose e scenografiche rispetto ad Uluru. Noi abbiamo fatto il Walpa Gorge, nel cuore dei Monti Olgas, una passeggiata di circa un’oretta, fattibile e sicura con anche dei bambini e un tratto del Valley of the Winds Walk, qui ci siamo fermati al secondo lookout, la camminata è più impegnativa e scoscesa, si può fare con bimbi, ma occorre una maggiore attenzione e comunque bimbi abituati a camminare.

Monti Olgas

La vista sui Monti è veramente molto bella, da fare, attenzione solo alle stagioni, anche questo percorso è infatti meno faticoso in inverno con temperature miti, più impegnativo in estate con alte temperature, lungo il sentiero non ci sono alberi perciò si è sempre sotto il sole. Il nostro consiglio nella stagione calda è di intraprendere questo trekking il mattino molto presto, tenendo buone tre orette di camminata. I percorsi non sono fattibili con passeggini o sedie a rotelle.

Consigli

Se decidete di intraprendere il nostro itinerario in auto o camper vi consigliamo di stipulare sempre coperture assicurative totali e senza franchigia, che coprano foratura dei pneumatici, rottura dei cristalli (a noi un sassolino ha scheggiato il parabrezza).

Fra uno stato e un altro dell’Australia vige la quarantena sui prodotti alimentari freschi, verdure e frutta, potrebbero anche esserci controlli perciò cercate di consumarla prima di attraversare i differenti territori. Lungo la strada ci sono comunque cartelli che vi avvisano di tale cosa.

Noi abbiamo dormito con il nostro van in due strutture pulite, ben fornite e comode che ci sentiamo pertanto di consigliarvi, a Coober Pedy questo resort che offre appartamenti o piazzole di sosta, e a Yulara questo complesso che ha camere, appartamenti, cabins e piazzole di sosta.

Ricordate poi che la nostra estate è in questa area il loro inverno, le temperature variano da un min di 2-3 gradi notturni a max 15/16 diurni, perciò indispensabile abbigliamento pesante e una stufetta se usate van o camper.

Monti Olgas

Se state organizzando un viaggio nella Terra dei Canguri non perdetevi anche i nostri articoli sulle informazioni pratiche, su Kangaroo Island e sulla prigione di Fremantle.

Per qualsiasi informazione contattateci!

Francesca&Paolo

 

 

Australia: la prigione di Fremantle

Situata a circa 20 km da Perth, Fremantle è una graziosa città sul mare nel Western Australia, una cittadina che merita sicuramente una tappa di almeno un’intera giornata. Una delle cose assolutamente da non perdere è la visita alla prigione di Fremantle che oggi rappresenta un sito turistico di notevole importanza.

La prigione è’ stata costruita tra il 1851 ed il 1859, usando la mano d’opera dei condannati, inizialmente ospitava detenuti arrivati dalla Gran Bretagna, solo in seguito fu utilizzata anche per i detenuti locali.

Considerata un carcere di massima sicurezza, la vita dei detenuti all’interno era durissima, il sistema penitenziario non tenne mai conto di quei cambiamenti qualitativi imposti dalle varie commissioni Reali, questo portò infatti ad una grave rivolta nel 1988 che causò l’incendio parziale del carcere, con danni ingenti alla struttura.

Il carcere fu chiuso nel 1991 e da allora si lavorò appunto per renderlo un’attrazione turistica.

Oggi la Fremantle Prison è visitabile tutti i giorni dalle ore 9,00 del mattino alle 17.00, la visita viene fatta tramite vari tour organizzati, con guida in lingua inglese, ma è possibile avere degli audio tour in diverse lingue (purtroppo non in italiano).

Prima di accedere al tour è possibile fare ristoro presso l’annesso bar e dare un’occhiata al piccolo, ma ben fatto, museo sulla vita carceraria.

Una volta entrati nella struttura si ha subito la sensazione di entrare in un luogo di “sofferenza”: muri spessi, porte in acciaio, lunghi corridoi, celle piccole ed anguste.

La nostra guida, molto ben preparata, ha risposto a qualsiasi domanda gli venisse fatta, ha sempre cercato di coinvolgere le persone presenti mettendoci anche una sua personale “passione” all’argomento trattato. Vedere e “toccare” con mano queste piccole celle ci ha fatto veramente capire come i condannati vivessero, la qualità della vita era veramente ridotta ai minimi termini. I differenti arredi all’interno delle celle e  le concessioni e proibizioni negli anni hanno permesso anche di comprendere i diversi modi di vivere il carcere nei decenni.

La visita si snoda attraverso tutte le zone principali della prigione, dal refettorio, alla zone vestiario, alle cucine, ai lunghi corridori per arrivare alle celle e successivamente al cortile esterno dove i detenuti potevano passare qualche ora all’aperto.

Proseguendo nella visita alla prigione non può non colpire la visione di tutte le celle, immaginare il caos legato al sovraffollamento che poteva regnare, completamente in contrasto con l’attuale silenzio che regna sovrano.

Durante il periodo di detenzione i condannati più indisciplinati potevano subire diversi tipi di punizioni, dall’isolamento al buio (con tanto di simulazione per i turisti), alla fustigazione. La pena della fustigazione fu abolita solamente nel 1941.

All’ interno della prigione di Fremantle c’era anche l’area dedicata alle esecuzioni capitali, la morte del condannato avveniva per impiccagione, in totale furono giustiziati 43 uomini e una donna, l’ultima impiccagione risale al 1964. Al di la’ dei vari crimini commessi ed alle pene inflitte, non posso dire che questa “stanza”, con tanto di cappio e botola, non mi abbia turbato, il fatto di sapere che degli esseri umani sono morti in modo molto bruto lì, mi ha fatto proprio un certo effetto, perciò un occhio in più se avete bimbi con voi. I nostri non capendo l’inglese non hanno compreso bene cosa fosse quella stanza.

Noi abbiamo fatto il Doing Time Tour, dura circa un’ora e un quarto, ma vi sono altri tre visite guidate molto carine, a noi sarebbe piaciuto molto partecipare a quella nei tunnel scavati dai detenuti sotto la prigione, ma era vietato sotto i 12 anni di età, una buona scusa per sperare di tornarci!

Se durante il tour per caso vi venisse voglia di fare la pipì, non vi preoccupate, la guida vi metterà a disposizione una bellissima “cella” adibita alle vostre esigenze. Il vandalino di famiglia l’ha dovuta provare, il famoso tempismo dei bambini 🙂

Questo il sito ufficiale della Prigione di Fremantle per avere ulteriori informazioni sulle visite e sul carcere.

Mi sento di aggiungere che la cittadina di Fremantle è un luogo frizzante, con locali, un bel lungomare, un’area luna Park, un bel Market coperto proprio vicino alla prigione ed eleganti strade con edifici in stile coloniale, perciò in un viaggio itinerante è sicuramente un luogo che merita una tappa.

Nota dolente, essendo un posto veramente carino c’è molta gente, ma pochi parcheggi e quasi tutti a pagamento, vi consiglio pertanto di cercare un parcheggio anche un pochino fuori del centro e fare qualche passo di più a piedi, vi eviterete di sprecare tempo a cercare un posto dove lasciare l’auto e potrete impegnarlo a scoprire invece angolini di questa graziosa città.

Se progettate un viaggio in Australia non perdetevi il nostro articolo su Kangaroo Island e le nostre informazioni pratiche.

Paolo

New England: Connecticut e Rhode Island

Essex Connecticut New England viaggio itinerario

Essex Connecticut

Avevo raccontato già precedentemente del nostro on the road in New England in questo POST, parlando soprattutto dei costi e di consigli pratici, perciò se volete notizie generali partite da lì.

Oggi volevo invece raccontarvi di due stati del New England che abbiamo visitato: il Connecticut e il Rhode Island, due stati poco conosciuti, ma che offrono tante attrattive naturali e altrettante costruite dall’uomo, veramente c’è l’imbarazzo della scelta: musei, spiagge, antichi e pittoreschi paesini, suggestivi porti, stupende vallate e affascinanti cittadine storiche.

New England, cosa visitare.

 

Connecticut

Uno Stato poco noto, ma in realtà con tante risorse e raggiungibile in poche ore da New York, queste le mete che a noi sono piaciute di più:

Norwalk merita una sosta per visitare il Museo Stepping Stones, un museo per bambini che ricorda un po’ la nostra Città dei Bambini, ci sono tantissime aree dove i bimbi possono sbizzarrirsi con la loro creatività: giochi d’acqua, costruzioni, giochi sulle emozioni, giochi di luce o musica. Molto molto carino,i bimbi non volevano più uscirci, diciamo però un po caruccio.

Connecticut New England Essex viaggio itinerario

Norwalk Connecticut

Di fronte c’è anche un trenino che fa un piccolo giro intorno al museo, ma soprattutto c’è un bellissimo parco giochi al fondo della piazza, con tante giostre, anche per bimbi disabili, un’area per giocare e rinfrescarsi con l’ acqua e un’area pic nic dove poter mangiare in compagnia degli scoiattoli.

New Haven si trova sulla costa ed è famosa per essere la sede della Yale University, una delle università più prestigiose del Mondo, noi vi consigliamo di fare una passeggiata nel New Haven Green, dove potrete ammirare 3 bellissime chiese, fermarvi per una sosta in uno dei localini intorno all’università, e apprezzare gli edifici, molto caratteristici, che circondano il campus universitario, a noi gli edifici georgiani e neogotici ricordavano tanto quelli della scuola di magia di Harry Potter.

Una visita d’obbligo è poi al Peabody Museum  of Natural History, celebre per la sua collezione di dinosauri, se avete in casa un piccolo paleontologo si innamorerà di questo museo.

New Haven Yale Connecticut New England

New Haven Yale

Cena nel quartiere italiano di New Haven, pizza dal famoso Frank Pepe (per mangiarci, o prenotate o andate molto presto, se no, non troverete posto).

 –Essex: si trova nella Connecticut River Valley, è un piccolo paesino ricco di interessanti attrattive, noi abbiamo preso l’Essex Steam Train, un treno a vapore che fa un piccolo tragitto di circa un’ora a/r in mezzo alla foresta fino a Deep River, si possono vedere aquile ed uccellini ed assaporare l’atmosfera di viaggiare su un antico treno d’epoca, tutto è curato nei dettagli, dalla stazione, ai sedili in legno e pelle, ai lampadari di altri tempi e al simpatico controllore. C’è anche la possibilità di scendere a Deep River e prendere il battello fluviale che risalendo il fiume passerà di fronte al Gillette Castle. Noi per questioni di tempo abbiamo solo fatto il giro in treno.

Mystic Connecticut New England viaggio Itinerante

Mystic Pizza

Mystic Seaport, un caratteristico paesino sul mare, famoso per la pizzeria del film Mystic Pizza con Julia Roberts e per il bellissimo Mystic Seaport Museum. Un museo a cielo aperto che riproduce un intero villaggio di cacciatori di balene del 19th secolo, comprende 60 edifici d’epoca, molti visitabili anche all’interno, imbarcazioni, e la riproduzione della Amistad, la nave che trasportò 55 schiavi.  Case originali recuperate, ricostruzioni super dettagliate, oggetti d’uso dell’epoca, strumenti nautici, un museo che vale sicuramente una visita!

RHODE ISLAND

Il più piccolo Stato americano che, seppur le sue ristrette dimensioni, è caratterizzato da  belle spiagge di sabbia bianca, musei, piccoli paesini ed edifici coloniali.

Città principali sono Providence, la capitale, e Newport sulla costa. A noi Providence non è piaciuta molto, escluso il Rhode Island State House e una passeggiata lungo il Providence River non ci ha colpito in modo particolare.

 -Newport è carina invece  la zona del porto, con locali, negozietti dove potrete assaggiare la famosa bevanda Del’s, un mix fra granita e limonata. Nella zona Downtown potrete ammirare grazie ai tanti stupendi edifici anche l’architettura del periodo coloniale.

Una sosta merita la passeggiata lungo il sentiero sul ciglio della scogliera, il Cliff Walk, un sentiero pubblico di circa 5,5 km,  si può prendere al fondo della Memorial Boulevard, a pagamento o gratis in una via laterale o parcheggiare gratuitamente in Narragansett Ave e iniziate il percorso da lì, oltre alla bellissima vista sull’oceano, si possono ammirare stupende ville d’epoca, rendendovi conto di come passavano le vacanze estive le famiglie ricche dell’Ottocento! #beate loro.

New England viaggio itinerante Rhode Island

Newport Rhode Island

Se volete passare una giornata di mare, al fondo di Memorial Blvd  o sull’Ocean Ave si trovano anche belle spiagge pubbliche.

 

Da qui abbiamo proseguito il nostro viaggio verso il Massachusetts, uno degli Stati del New England che ci ha colpito particolarmente, seguiteci per non perdere il post!

CONSIGLI:

Se arrivate da New York in auto e volete andare verso il New England (direzione Connecticut) tenete presente che la strada è spesso molto trafficata, cercare di scegliere orari strategici, non gli orari di punta lavorativi.

I road trip permettono di assaporare e conoscere i luoghi non turistici, spesso è bello perdersi nei piccoli paesini, fermarsi alla tavola calda e fare la classica colazione americana, con la signora già di una certa età che ti serva il classico caffè “beverozzo” o passeggiare semplicemente per le vie e ammirare le bellissime case in legno, fermarsi negli attrezzatissimi e curati playground e fare due chiacchiere con le famiglie del posto.

Leggete il nostro articolo su Come organizzare un viaggio itinerante da soli per avere consigli ed informazioni semplici e pratiche sui viaggi fai da te!

Francesca

 

 

Belgio: visita a Bruxelles, Gand e Bruges

Gand Belgio Fiandre

Scorcio di Gand

Il Belgio è una meta vicina, poche ore di volo, e con prezzi accessibili anche solo per un lungo week end grazie alle compagnie low cost che operano fra Italia e Belgio. Una meta sicuramente adatta ai bambini, con ottimi musei, parchi e  i magici castelli, con bellissimi bistrot in cui la cioccolata fa da padrona, per la gaufre, i fumetti a cielo aperto, per l’architettura e per l’ottima birra!

Noi abbiamo deciso di passare due giorni a Bruxelles, uno a Gand e due a Bruges, durante le scorse vacanze natalizie, per spostarci abbiamo noleggiato un auto all’aeroporto Charleroi di Bruxelles.

Spesso del Belgio, e di Bruxelles in particolare, si sente parlare come di una meta mediocre, con poco da offrire, beh io credo che chi afferma ciò probabilmente non l’abbia mai visitato!

BRUXELLES

Bruxelles Belgio fumetti

Fumetti a Bruxelles

Bruxelles, capitale del Belgio e d’Europa, è una città in grado di accontentare i gusti di tutte le persone, una meta spesso sottovalutata che invece ha veramente molto da offrire!

A Bruxelles abbiamo deciso di dormire vicino al centro storico e di visitare a piedi la zona centrale per assaporare con tranquillità la città, per perderci nelle vie e per ammirare i tanti fumetti disegnati sulle facciate di molte case. La piazza principale, la Grand Place, è una piazza veramente maestosa, giustamente Patrimonio dell’Umanità, il cuore storico della città, è circondata da antichi edifici, di stili architettonici differenti che però si amalgamano perfettamente, da ammirare lo splendido Hotel de la Ville, la Maison du Roi e nel periodo invernale non perdetevi l’imponente albero di Natale in centro alla piazza.

Bruxelles Belgio cioccolateria

Cioccolateria a Bruxelles

Chi visita Bruxelles non può non fermarsi a gustare una buona cioccolata calda, in una delle tante cioccolaterie della città, la gaufre con frutta e panna annessa, o a fare la classica foto di rito con Mannequin Pis, il bambino-fontana (veramente piccino) che fa pipì e che in certi periodi dell’anno è vestito con costumi ricercati e su misura per lui.

Bruxelles Belgio Atomium

Bruxelles

Nella periferia di Bruxelles una visita all’Atomium va assolutamente fatta, questa particolare struttura di metallo è sicuramente unica nel suo genere, si trova all’interno del parco Heysel, se poi viaggiate con bimbi occorre fermarsi al Museo di Scienze Naturali. In questo museo infatti si trova la più grande collezione di dinosauri di Europa, tanti fossili e scheletri e zone interattive per i bambini, ma anche una bellissima area sull’evoluzione della specie, sull’anatomia umana, sulle rocce e i minerali. Di Musei di Scienze Naturali ne abbiamo visitati parecchi, ma questo ci è piaciuto particolarmente perché oltre la solita sezione di dinosauri ed animali ha un interessante sezione sulla “vita”, maternità, scheletri ed organi che ho trovato molto utile ed originale per i miei vandalini.

A Bruxelles abbiamo dormito al Novotel Brussels Centre a pochi passi dalla Grand Place, con comodo parcheggio a pagamento di fronte.

GAND

Gand Belgio battelli

Gand imbarco barche

Gand ci è piaciuta molto, sarà l’atmosfera natalizia che si sposava perfettamente con il contesto, il centro storico con le sue viuzze vicino al fiume, ma tutti siamo rimasti affascinati da questa cittadina. Sicuramente consigliamo una visita nel periodo di Natale, i tanti banchetti ricchi di leccornie e prodotti tipici, giostre a tema, la ruota panoramica, la pista di pattinaggio renderanno la vacanza ancora più emozionante.

Tante tante le cosa da visitare, dalle chiese alla torre Belfort, dal castello dei Conti Gravensteen alle passeggiate fra le tante viuzze e infine un immancabile giro in battello.

Gand Gent Belgio Fiandre castello

Gent veduta dal castello

Il Castello dei Conti è una stupenda fortezza medievale vicino al centro storico, con la visita potrete ammirare le sontuose sale, camminare sui bastioni, che offrono una stupenda vista sulla città,  scoprire le stanze della tortura e i sotterranei.

Una visita poi alla Belfort Gent è assolutamente un’attrazione da non perdere, a differenza di altri torri è possibile salirci anche con un comodo ascensore. L’ascensore porta alla galleria aperta, dove potrete ammirare la città e dove in passato stava la guardia incaricata di segnalare gli incendi (le case erano tutte in legno) e al museo delle campane, la torre ospita anche uno stupendo carillon di 53 campane che suona ogni 30 min o ora. Molto bello vedere il funzionamento dei meccanismi e ascoltare il suo rumore assordante!

Gand Belfort Belgio Fiandre

Gand Belfort

Un giro in battello come vi accennavo è una tappa imperdibile, i battelli anche in inverno partono da Graslei, la via delle antiche “case”, una via con bellissimi edifici dalle eleganti facciate gotiche, rinascimentali e barocche. Sul battello verranno fornite coperte per riscaldarsi, il giro dura circa un’oretta. Qui forse è l’unico posto dove occorre proprio essere ben vestiti per non patire in inverno il freddo.

BRUGES

Bruges Brugge Belgio Fiandre

Bruges

Bruges è una piccola perla del Belgio a circa 100 km da Bruxelles, una cittadina che affascina per le sue case in pietra, per le viuzze acciottolate, gli austeri palazzi, le guglie gotiche, i canali e i ponticelli che creano una naturale atmosfera romantica. Assolutamente da visitare in tranquillità a piedi o massimo in bici.

Vi segnaliamo inoltre le tante cioccolaterie, che vi faranno ingrassare solo guardando le golose vetrine, due musei veramente carini ed interessanti, il Museo Memling in Sint Jan e Historium Brugge e la salita alla Torre Belfort.

Historium Brugge è un museo interattivo che guida il visitatore attraverso un viaggio sensoriale nel passato, nella Brugge del 1400, il narratore virtuale è Jacob, l’assistente del pittore Van Eyke. Una visita che riesce a coinvolgere grandi e piccini grazie anche all’utilizzo di audio-guide in lingua italiana, e per quell’atmosfera di mistero che viene creata nell’attesa di passare da una sala ad un’altra. Si trova sulla piazza principale di Brugge.

Bruges Belgio fiandre

Bruges

Museo Memling comprende l’ingresso al Sint Janshospitaal, al Museo di Memling e all’antica farmacia.  Le opere di Memling appassioneranno gli amanti di arte, grazie soprattutto al bellissimo reliquario di Sant’Orsola, l’ospedale, risalente al Medioevo, illustra con pannelli esplicativi e con molti oggetti presenti il ruolo dell’ospedale nel passato, la vita di suore ed infermi. La farmacia infine si trova all’interno del cortile e conserva antichi mortai, bilance, vasi contenitori che raccontano l’attività di questa antico mestiere.

Noi abbiamo dormito al Novotel Brugge Centrum, un hotel che ci sentiamo assolutamente di consigliare, a pochi passi dal centro, pulito e con una bellissima area giochi e pasti per i bimbi, un’attenzione in più che noi abbiamo apprezzato.

Consigli pratici:

Noi con volo Ryanair siamo atterrati a Charleroi da qui abbiamo optato per il noleggio auto, per arrivare al banco del noleggiatore occorre prendere la navetta davanti all’aeroporto. Un’altra opzione, se non si vuole noleggiare un auto, è prenotare il bus che arriva direttamente a Bruxelles con la linea Flibco.

Noi siamo stati in Belgio in inverno, nel periodo natalizio, fa freddo, ma comunque un freddo sopportabile, basta vestirsi bene con anche cappello, sciarpa e guanti, ma soprattutto l’atmosfera che si respira, le illuminazioni, i mercatini vi faranno scordare il freddo!.

Vi segnalo che ci sono varie possibilità di visitare Musei del cioccolato, sia a Bruxelles sia a Bruges, o della Birra, noi alla fine abbiamo deciso, dato il poco tempo, di assaporare cioccolato, di tutte le specie e forme (mio figlio è impazzito per i lecca lecca) nelle stupende caffetterie e la birra duranti i pasti.

Le autostrade sono gratuite, ma i parcheggi vicino al centro sono tutti a pagamento e anche abbastanza carucci.

Per informazioni specifiche non esitate a contattarci!

Gand mercatini Natale Belgio Fiandre

Gand mercatini di Natale

Francesca&Paolo

Leolandia: il parco a tema per tutta la famiglia

Come ogni anno torniamo al parco a tema Leolandia e i nostri bambini crescendo amano questo parco sempre di più! Tutte le volte che la canzone della pubblicità di Leolandia viene trasmessa, impazziscono e iniziano a cantarla e ovviamente suscita automaticamente la richiesta da parte loro di una visita al parco!

Quest’anno gli abbiamo fatto una sorpresa, li abbiamo caricati in macchina e li abbiamo portati sino di fronte all’entrata senza dire niente: non so descrivervi la loro felicità!

Siamo andati a settembre e torneremo a novembre poiché con l’entrata al parco di novembre si ha diritto ad un’entrata nel mese in cui il parco si veste di Halloween! Il parco è facilmente raggiungibile in quanto è proprio adiacente ad una uscita dell’autostrada Milano-Venezia, casello di Capriate San Gervasio (da Torino circa 1,30/2 ore di viaggio inclusa la sosta per la colazione!).

Il parco è composto da moltissime attrazioni (oltre 40) che possono essere utilizzate, in base all’altezza dei bambini: soli o accompagnati da un adulto. Trovate anche un acquario, un rettilario, il museo di Leonardo e la Minitalia.

All’ingresso di ogni attrazione c’è un cartello che vi spiegherà chi può accedere a quell’attrazione, se solo o se accompagnato, e potrete misurare il vostro bambino prima di iniziare la coda grazie ai comodi metri. Il personale è, giustamente, molto ligio alle regole, per cui non fate la coda se vostro figlio non raggiunge l’altezza!

Biglietti:

1) si entra gratis sino a 89cm (circa 20 attrazioni dedicate a questa fascia d’altezza)

2) biglietto ridotto da 90 a 119cm (ulteriori 10 attrazioni)

3) biglietto interno oltre i 120cm e si può usufruire di tutte le attrazioni presenti (ulteriori 10)

I nostri consigli per rendere la vostra visita perfetta li trovate qui di seguito:

1) se vi è possibile programmate la visita con anticipo, acquistando i biglietti sul sito di Leolandia, risparmierete molti soldi e vi eviterete la coda alla cassa. Inutile dire che il sabato e la domenica sono giornate dal bollino rosso, per cui se potete scegliete un giorno durante la settimana. Per chi si trovasse in zona o abitasse non lontano dal sito consiglio vivamente l’abbonamento! Per certo i vostri bimbi non saranno mai sazi! Se piove il giorno in cui andate al parco (per 3 ore consecutive) vi viene regalato un altro biglietto per tornare!

2) a differenza di altri parchi, al parco a tema Leolandia è possibile portarsi il cibo da casa e pranzare liberamente nei prati o ai vari punti sosta. Ci sono aree pic-nic e fontanelle dove potrete riempire le vostre borracce, un’attenzione in più alle nostre tasche! Noi abbiamo portato qualche snack per i vari spuntini e per le eventuali code in attesa di utilizzare le attrazioni. Quest’anno abbiamo pranzato in uno dei tanti locali a tema (un vecchio saloon) mentre lo scorso anno al Self Service (acquistando  i ticket di “Pane Amore e Melodia” sempre sul sito di Leolandia).

Nei bagni, oltre ai classici comfort (fasciatoio, scalda biberon), abbiamo trovato pannolini, creme monouso della Mustela per il sederino e creme solari protezione 50 per la protezione dei vostri bimbi! Magnifico! Ci sono anche delle nursery per allattare e cambiare i vostri bambini lungo tutto il parco.

3) Noi abbiamo visitato il parco con bambini di età diverse e forse questo è stato il punto più difficile da gestire: – Il cuginetto di 7 anni, alto oltre 120cm, può fare quasi la totalità delle attrazioni se accompagnato e molte da solo – Pietro di 4 anni, alto meno di 105cm, invece era più limitato rispetto al cuginetto. – Federico sotto i 90cm poteva, invece, fare poche giostre e assolutamente sempre accompagnato. Noi vi consigliamo di andare al parco con bambini pressoché nella stessa fascia di “altezza”, altrimenti dovrete continuamente dividervi per fare attrazioni diverse.  Penso che per un pieno utilizzo della struttura e per usufruire al massimo del costo del biglietto, il momento migliore sia quello in cui i bimbi hanno un’altezza superiore ai 90 cm, perché è vero che se il bimbo al di sotto dei 90cm entra gratis ma i genitori pagano un biglietto a prezzo pieno senza usufruire delle attrazioni perché devono stare dietro ai propri bimbi.

4) Portatevi un cambio per voi e i vostri bambini, ci sono molti giochi con l’acqua e c’è la possibilità di rinfrescarsi grazie agli spruzzi di acqua vaporizzata.

5) Immancabili: occhiali da sole, cappellini, creme solari, acqua o succhi per i vostri bambini e qualche spuntino. Ciabattine o sandali che si possono continuamente bagnare.
Quest’anno abbiamo visitato il parco col due grandi obiettivi: i PjMask e Trenino Thomas.
Poi abbiamo incontrato Masha e Orso, visto il loro spettacolo, abbiamo visitato la casa di Peppa e salutato personalmente Peppa! I bambini erano al settimo cielo! I bimbi hanno adorato la battaglia ad acqua che si fa sui vascelli dei pirati (accessibili a tutte le altezze).… Insomma una giornata memorabile per loro!

Ci sono quasi 40 attrazioni di cui 20 sono adatte ai bambini al di sotto degli 89cm, c’è molto da fare e non ci si annoia un momento. Sono organizzati inoltre tanti spettacoli durante la giornata, verificate gli orari  prima di iniziare la vostra visita (ad esempio quello dei PJMask, Topo Tip, varie sfilate, Masha e Orso, il far west, la festa al saloon, i pappagalli) in modo da non perderli!

Parco a tema LeolandiaAbbiamo terminato la giornata con una passeggiata presso la Minitalia che è sempre all’interno del Parco a tema Leolandia, abbiamo percorso l’Italia da nord a sud facendo vedere ai nostri bambini alcune miniature visitate anche dal vero.Pranzando al self service, si ha una anche visuale completa e suggestiva dall’alto della nostra penisola.

A distanza di qualche settimana i nostri bambini continuano a chiedere di tornare a Leolandia perché si sono divertiti davvero molto!

Di questo parco a tema vi avevamo già parlato in questo POST

Fateci sapere come è andata per voi e se volete qualche consiglio scriveteci!

Monia

Trovate maggiori informazioni cliccando sul Sito Ufficiale  del parco

Ph. 1 e 2 concesse dal parco a tema Leolandia

#collaborazione

Madagascar: cosa vedere, consigli e suggerimenti

Roberta ci aveva già parlato del Madagascar QUI, oggi ci racconta cosa vedere e ci offre tanti consigli e suggerimenti per pianificare un viaggio in questa bellissima terra.

Abbiamo iniziato a pianificare il nostro viaggio in Madagascar a Gennaio, subito dopo le vacanze natalizie.

Normalmente mi piace organizzare i viaggi estivi da sola, parte del divertimento per me sta proprio nel studiare il percorso, organizzare le diverse tappe, listare i posti da vedere e prenotare aerei, alberghi e tutto quanto necessario.

Ci sono posti però, che penso sia più sicuro visitare con una guida locale ed il Madagascar è secondo me uno di questi. Il paese è molto povero, le strade sono dissestate e il traffico nelle città è molto caotico, quindi il mio consiglio è di non avventurarsi da soli se non si è viaggiatori più che esperti.

Noi ci siamo sempre sentiti sicuri, ma spesso le guide ci hanno detto di stare attenti ai borseggiatori e nelle grandi città abbiamo visto negozi presidiati addirittura da guardie armate.

La nostra idea iniziale era quella di organizzare un viaggio individuale (eravamo 2 coppie), con supporto locale di un guidatore e di una persona che ci facesse da cicerone nei vari luoghi. Mio marito ed io avevamo utilizzato la stessa modalità l’estate prima per un viaggio nel sud-est asiatico, trovandoci molto bene, quindi abbiamo iniziato a pianificare il nostro viaggio in tal senso.

Abbiamo preso varie informazioni sul paese e ci siamo resi conto che per il tempo a disposizione e per il nostro desiderio di passare anche qualche giorno al mare, dovevamo scegliere se esplorare la parte nord dell’isola, facendo tappa mare alla famosa (e molto turistica) Nosy Be, oppure dirigerci verso sud optando per una località di mare affacciata sul canale di Monzambico.

La nostra scelta è stata sulla seconda opzione sia perché ci permetteva di vedere una maggiore varietà di paesaggi viaggiando dal nord a sud del paese, sia perché ci piaceva l’idea di evitare località particolarmente turistiche.

Fissato l’itinerario di massima che volevamo percorrere, ci siamo affidati ad un’agenzia viaggi vicino casa per farci quotare il pacchetto voli + hotel + guida + autista.

L’agenzia, oltre a quotarci quanto richiesto, ci ha proposto anche un viaggio organizzato che ricalcava in tutto e per tutto il percorso che volevamo, a parte il soggiorno mare.

Ovviamente con un viaggio organizzato i prezzi, pur rimanendo non proprio economici, si abbassavano notevolmente rispetto alla proposta individuale.

Abbiamo così chiesto in agenzia la possibilità di modificare il pacchetto aggiungendo un soggiorno mare più lungo e…siamo stati accontentati! Abbiamo quindi condiviso la parte iniziale del nostro tour con altre 9 persone, mentre per il soggiorno mare e i successivi 2 giorni ad Antananarivo, siamo stati solo in 4.

In generale, io non amo molto i viaggi di gruppo, ma in questo caso credo sia stata la scelta azzeccata.

Il nostro era un piccolo gruppo (13 persone) e in generale abbiamo visto che quasi tutti i tour in Madagascar non sono numerosi. Questo è dovuto principalmente al fatto che le strade sono molto strette e non permetterebbero il passaggio di grandi autobus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noi abbiamo viaggiato per tutta la parte di tour con un piccolo pulmino, con le valigie impacchettate e legate sul tetto. I ragazzi che ci accompagnavano sono stati bravissimi, in quanto ogni sera e ogni mattina dovevano scaricare e poi ricaricare le valigie sul tetto, in quanto non abbiamo mai passato 2 notti consecutive nello stesso albergo, a parte per il soggiorno mare.

Per raggiungere Tsiandamba, invece, l’incontaminata località di mare che abbiamo scelto, abbiamo abbandonato il pulmino per passare al trasferimento di 3 ore in fuoristrada su strada sterrata.

Ne è valsa la pena: il mare è incontaminato e la spiaggia era tutta per noi. Abbiamo fatto snorkeling, avvistamento balene e mangiato pesce freschissimo spendendo veramente poco.

 

 

 

 

 

 

 

Noi abbiamo viaggiato in Agosto, in piena stagione secca, corrispondente all’inverno malgascio. Le temperature sono state gradevoli durante il giorno (15-20°C), ma più fresche la mattina presto e la sera. Consiglio quindi un abbigliamento a cipolla, portando con sé un piumino 100 grammi se si è freddolosi come me.

Gli alberghi sono tutti semplici, ma confortevoli. E’ comunque necessario un po’ di spirito di adattamento, soprattutto nelle sistemazioni in località minori, dove molto spesso gli alberghi non sono dotati di riscaldamento e la corrente viene staccata durante le ore notturne. Non dimenticate di portarvi il phon! Spesso ci è capitato di trovarne solo 1 alla reception, da condividere con tutte le stanze!

Per il Madagascar non è obbligatoria nessuna vaccinazione, anche se su consiglio della nostra ASL, noi ci siamo vaccinati per Epatite A e Tifo. Inoltre, nonostante in Agosto sia inverno in Madagascar, ci è stato consigliata la profilassi antimalarica, nonché l’utilizzo di repellenti antizanzare forti (non è sufficiente il semplice Autan, ma bisogna acquistare in farmacia prodotti specifici, come il repellente Jungle Formula Forte).

Il cibo in Madagascar è ottimo. Per chi è amante della carne viene cucinato dell’ottimo zebù, mentre nelle località di mare il pesce è freschissimo ed economicissimo (un intero piatto di aragosta a 15 euro!)

Noi dal punto di vista del cibo siamo stati molto prudenti: abbiamo mangiato solo cibo cotto, frutta esclusivamente sbucciata da noi e bevuto solo acqua o bibite confezionate. Abbiamo anche sempre utilizzato acqua imbottigliata per lavarci i denti.

Forse siamo stati anche troppo prudenti e devo dire che altre persone del nostro gruppo non sono state così attente, ma così facendo abbiamo evitato di rovinarci il viaggio con spiacevoli disturbi intestinali.

In generale, consiglieremmo a tutti questo viaggio almeno una volta nella vita…magari facendosi prima le ossa in qualche paese un po’ più occidentalizzato, per poi osare con un viaggio un pochino più avventuroso come questo.

 

Le tappe del nostro viaggio in breve:

  • Antananarivo, capitale del Madagascar, abbiamo visitato l’antica residenza della monarchia Merina (escursione ad Ambohimanga).

 

 

 

 

 

 

  • Antsirabe, dove abbiamo visto come vengono lavorati il corno di zebù e come si fabbricano giocattoli in miniatura con ogni sorta di materiale riciclato (in Madagascar non si butta nulla!)
  • Ambositra, dove abbiamo potuto ammirare la lavorazione del legno tipica del Madagascar
  • Parco di Ranomafana e foresta pluviale. Da provare, ma il trekking è abbastanza impegnativo considerando che il sentiero non è buttato, sale e scende…ed essendo foresta pluviale…si è sotto la pioggia battente. Ne è valsa comunque la pena visto che proprio qui abbiamo avvistato i primi lemuri del viaggio
  • Fianarantsoa. Abbiamo avuto il privilegio di visitare l’orfanotrofio cattolico diretto da suor Pascaline. Nell’orfanatrofio vivono più di 200 bambini dai 0 ai 18 anni, a cui le suore di Torino garantiscono istruzione, vitto, alloggio e assistenza sanitaria…tutto finanziato esclusivamente in forma privata, senza alcun contributo dallo Stato. Questi bambini sono per molti versi dei privilegiati, in quanto hanno molte cose (cibo, vestiti, possibilità di nutrirsi, lavarsi e studiare) che il loro coetanei non hanno…ma stringe il cuore il bisogno di contatto umano e affetto che dimostrano non appena vedono un adulto.
  • Ambalavao e la lavorazione artigianale della carta di Antaimoro
  • Foresta Anja. E’ una foresta secca dove abbiamo potuto ammirare una grande colonia di lemuri, nonché tantissimi camaleonti
  • Parco nazionale dell’ Isalo. Noi abbiamo fatto un trekking di 12 chilometri in una giornata, ma merita secondo noi, dedicare almeno 2 giorni al parco. Abbiamo visto diverse specie di lemuri, camaleonti, scorpioni, insetti stecco…nonché due meravigliose cascate in cui i più coraggiosi hanno anche fatto il bagno.
  • Tulear, cittadina base per la partenza verso la successiva località di mare.
  • Tsiandamba. L’abbiamo raggiunta via 3 ore di strada sterrata in fuoristrada. Ne è valsa la pena: il mare è incontaminato e la spiaggia era tutta per noi. Abbiamo fatto snorkeling, avvistamento balene e mangiato pesce freschissimo spendendo veramente poco.

 

 

 

 

  • Antananarivo. Prima di tornare a casa abbiamo visitato la città, nonché il Lemur’s park, una riserva privata di lemuri a circa un’ora da Antananarivo. Anche se l’emozione non è paragonabile a vedere questi simpatici animaletti in totale libertà, è stata un’occasione per vedere ulteriori specie che non eravamo stati in grado di avvistare nei parchi.

 

Roberta

 

Diario di viaggio in Madagascar

Oggi Roberta ci porta in Africa, alla scoperta di una bellissima Terra: il Madagascar, un viaggio fra stupendi paesaggi e forti emozioni!

Ecco la prima parte del suo diario di viaggio. Grazie Roberta!

Il nostro viaggio è cominciato nella capitale, Antananarivo, snodandosi lungo la strada statale 7, per arrivare fino al mare, a Toliara, affacciata sul canale di Monzambico.

Sono state tre settimane intense, che ci hanno riempito gli occhi di paesaggi stupendi e il cuore di emozioni contrastanti.

Prima di visitare questo paese meraviglioso, quando pensavamo al Madagascar, ci veniva sempre in mente il “mitico” re Julien, il protagonista del film Disney Madagascar.

In effetti, non solo abbiamo incontrato Julien…

 

 

 

 

 

 

 

 

…ma abbiamo incontrato anche tanti altri suoi amici: camaleonti, gechi di ogni grandezza e colore…e le enormi balene nel canale del Mozambico.

 

 

 

 

 

 

Gli animali sono stati sicuramente uno degli aspetti affascinanti di questo viaggio, ma sono stati i bambini malgasci a toccarci davvero il cuore.

Durante il nostro viaggio ne abbiamo incontrati tantissimi, quasi sempre circondati da un’immensa povertà.

Forse non tutti sanno, almeno noi non ne eravamo a conoscenza fino a quest’estate, che in Madagascar quasi la metà della popolazione ha meno di 14 anni. Ogni famiglia ha in media 8-10 figli se vive in campagna, 3-4 se vive in città.

E’ impressionante e toccante al tempo stesso per noi che veniamo dal mondo “occidentale” vedere come questi bimbi siano sempre pronti a regalare un sorriso.

 

Sia esso perché si vedono riflessi nello schermo della macchina fotografica

…perché hai regalato loro la scimmietta di peluche attaccata alla tua borsa

…o solamente perché rispondono ad un tuo sorriso

… o ad una tua mano tesa verso di loro

I bambini vivono quasi tutti in uno stato di estrema povertà. Spesso non hanno i soldi per andare a scuola e si ritrovano a dover lavorare nei campi, o, bambini, a dover badare a bimbi più piccoli di loro.

Stringe il cuore vedere i bimbi rovistare nell’immondizia per raccogliere qualcosa con cui giocare

…o correre verso il nostro pulmino che si è fermato per scattare qualche foto, nella speranza di ricevere in dono qualche bon bon

Ogni cosa è condivisa e quando non ci sono scarpe per tutti, anche quelle si dividono, indossando uno la scarpa destra e uno la sinistra…senza mai perdere il sorriso però.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi bambini non hanno nulla, ma nonostante questo, sono felici, felici per le piccole cose che spesso noi, che abbiamo tutto, abbiamo dimenticato: uno piccolo gioco, una caramella, una matita per andare a scuola…o anche solo una carezza o un sorriso da una persona a loro completamente sconosciuta.

Spesso è stato difficile arrivare nei nostri hotel la sera e pensare a tutto quello che lasciavamo fuori dalla nostra porta: case senza elettricità, acqua corrente, sistema fognario.

I bambini del Madagascar, però, ci hanno insegnato molto.

Ci hanno insegnato che non dobbiamo mai dimenticare quanto siamo fortunati ad avere la possibilità di andare a scuola. Una fortuna che spesso non apprezziamo quando siamo piccoli, ma che è un diritto che a molti nel mondo viene negato.

Ci hanno insegnato ad apprezzare la nostra sanità gratuita, che nonostante ci faccia a volte aspettare dei tempi eterni, consente ad ogni mamma di partorire assistita in ospedale, senza dover pagare nemmeno 1 centesimo.

Ci hanno insegnato che si può giocare con le piccole cose. Non servono videogames, internet o cellulari, a volte basta il semplice biliardino per divertirsi insieme o le braccia di un adulto a cui ci si avvinghi per fare l’altalena.

Ci hanno insegnato di non dimenticare di gioire delle piccole cose, quelle dimenticate da tutti. Un sorriso, un abbraccio, una carezza.

Ci hanno insegnato che noi abbiamo tutto, ma non ci basta, mentre loro vivono felici senza avere quasi nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un viaggio come questo ti tocca il cuore, ed è un viaggio che a nostro parere, tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

Roberta

(Testo e fotografie di Roberta)

Non perdetevi la seconda parte, con l’itinerario e tanti dettagli e suggerimenti sul Madagascar

Kangaroo Island: un’imperdibile isola dell’Australia

Kangaroo Island è situata a circa 100 km a sud-ovest di Adelaide, questa magnifica isola deve assolutamente essere visitata, è una tappa obbligata in un viaggio in Australia, è un luogo dove è proprio ancora la natura a fare da padrona, qui è possibile ammirare flora e fauna in abbondante quantità, vedere animali allo stato brado a pochi passi da voi.

Kangaroo vi sorprenderà per le sue bellissime scogliere, per i tanti animali che riuscirete ad avvistare, in assoluta libertà, per i bellissimi e profumati boschi di eucalipto, per le dune di sabbia, per le rocce rosse e l’odore del mare, per il silenzio e il buio che vi farà apprezzare l’essenza vera della natura. Un luogo dove persino le strade, che seguono l’andatura del territorio, ti affascineranno, un posto speciale!

Kangaroo Island è facilmente visitabile anche solo in due giorni pieni, è infatti solo lunga 145 km e la larghezza varia dai 54 km ai 900 metri, tagliata da due principali strade asfaltate, una che attraversa la parte nord e una quella sud

COME ARRIVARCI?

Noi siamo arrivati a Kangaroo da Cape Jervis, utilizzando il traghetto, che con circa un’ora scarsa di navigazione arriva a Penneshaw. Il traghetto si può prenotare tramite il sito dedicato https://www.sealink.com.au/ . Spesso sul sito è possibile trovare offerte sia sui biglietti per il traghetto sia per dormire sull’isola.

Nel traghetto è possibile anche imbarcare la macchina, ma tenete conto che molte auto a noleggio non sono coperte dall’assicurazione per danni causati durante la navigazione e solo Herz e Budget permettono l’imbarco (solo queste compagnie si trovano sull’isola), perciò informatevi bene prima!

Sul traghetto wi fi gratuito e la possibilità di acquistare snack e bevande, se avete bagagli ingombranti, valigie o seggiolini auto al molo verranno imbarcati su un pulmino e restituiti all’arrivo sull’isola.

Se vi chiedete come arrivare a Cape Jervis?

Ecco tre opzioni:

  • Prendete lo shuttle che parte da Adelaide, si può prenotare il biglietto e l’orario direttamente dal sito del traghetto, gli orari sono studiati apposta per coordinare l’imbarco.
  • Affittate una macchina e l’imbarcate, leggete bene solo tutte le coperture del noleggio.
  • Lasciate la vostra macchina noleggiata al parcheggio custodito a Cape Jervis, anche questo parcheggio può essere prenotato tramite sito Sealink. Arrivati a Penneshaw noleggiate l’auto, vi è un ufficio Herz a pochi metri dall’attracco.

Un altro modo per raggiungere l’isola è con un volo interno, il tragitto Adelaide aeroporto, che si trova vicino a Kingscote, è di circa 30 minuti, anche qui potrete noleggiare l’auto e partire per il vostro on the road sull’isola.

Noi abbiamo deciso di imbarcarci con l’ultimo traghetto disponibile a Cape Jervis e di affittare la macchina a Penneshaw.

Little Sahara

COSA VEDERE?

Questo il nostro tragitto in due giorni:

Primo giorno: Penneshaw, Kingscote, Stokes Bay, Fliders Chase

Secondo giorno: Fliders Chase (Admirals Arch, Remarkable Rocks), Little Sahara, Seal Bay Conservation Park, Penneshaw

Kigscote è una piccola cittadina, dove potrete trovare tavole calde, market, negozi di souvenir, sulle spiagge vicino al molo si possono vedere pellicani e otarie che sguazzano in mare.

Stokes Bay è una bella baia con sabbia bianca e mare limpido, per raggiungerla dovrete fare un piccolo tragitto fra le rocce, occhio alla bassa e alta marea. Essendo noi andati in inverno non abbiamo potuto sfruttarla, ma sicuramente con il caldo estivo deve essere un piccolo gioiellino.

Penneshaw, un’ottima base di partenza per esplorare l’isola, vicino al molo si può partecipare a tour notturno per avvistare i pinguini, ottimi gli hamburger serviti al ristorante del Penneshaw Hotel.

Fliders Chase N.P, la parte più vera ed emozionante dell’isola, occorre pagare l’ingresso al parco per visitarlo, si possono fari vari trails o visitare i siti più famosi in auto. Proprio negli alberi di eucalipto che circondano il parcheggio del Visitor Center è possibile avvistare Koala che mangiano e sonnecchiano sugli alberi, perciò occhi in alto!

Admirals Arch

Non perdete assolutamente il Remarkable Rocks, rocce di granito rosso dalle forme più bizzarre a strapiombo sull’oceano. Fate attenzione a non scivolare e rispettate le zone interdette soprattutto con bambini.

Remarkable Rocks

L’Admirals Arch, uno stupendo arco di roccia creato dal vento e dal mare che fa da cornice naturale all’oceano e alle otarie orsine che popolano questa zona. Paesaggi magici che possono essere visitati con una brave passeggiata. Per raggiungere l’arco naturale vi avvisiamo che ci sono delle scale da scendere.

 

 

Cape du Couedic Lighthouse

Cape du Couedic Lighthouse, il bel faro a pochi passi dell’Admirals Arch, purtroppo non è visitabile, ma è un’opera architettonica perfettamente incastonata nel paesaggio circostante, si gode inoltre di una bellissima e suggestiva vista sul mare.

 

Little Sahara: una zona caratterizzata da dune di sabbia bianca che proprio non ti aspetteresti in questo angolo di Mondo. Si possono noleggiare Sandboard e Taboggan per qualche oretta in allegria.

Seal Bay Conservation Park

Seal Bay Conservation Park, un parco che ospita una numerosa colonia di leoni marini. Potrete scegliere due percorsi di visita: uno con ranger, che vi permetterà di arrivare fino alla spiaggia a pochi passi dai leoni marini e ricevere molte informazioni (solo in inglese), e uno fai da te, dove in autonomia scenderete vicino alla spiaggia tramite delle passerelle, ma non potrete avvicinarvi ai leoni marini sulla spiaggia. I leoni marini si possono comunque vedere molto da vicino e guardando verso l’oceano si avvistano anche le balene.

L’isola è caratterizzata da bellissime spiagge, con sabbia bianca ed acqua cristallina, come Emu Bay e Vivonne Bay, noi, data la temperatura invernale, la pioggerella che ci ha accompagnato in alcuni momenti e il poco tempo a disposizione, abbiamo intenzionalmente non visitato, ma in estate valgono sicuramente una tappa!

DOVE DORMIRE?

Noi vi consigliamo due strutture molto belle e pulite, con personale gentile e cordiale.

Penneshaw: Seafront Kangaroo Island, a 500 mt dal molo.

Karatta: Western KL Caravan Park, a pochi metri dall’ingresso del Flinders Chase N.P. carine cabins immerse in un ben tenuto prato, circondato da piante di eucalipto. Una struttura veramente bella, dove potrete ammirare canguri e wallaby che mangiano nel prato a pochi metri da voi e osservare tanti koala nel trial adiacente alla struttura, il Koala Walk. Un modo più etico e vero di vedere gli animali dell’isola! Alla reception potrete trovare snack, acqua, carne per fare il bbq.

Western KL Caravan Park

 

 

 

 

Consigli:

Tutto chiude molto presto, i negozi già alle 17,30/18 chiudono, i pochi ristoranti max danno cena fino alle 20.30, anche gli hotel chiudono la reception presto intorno alle 19, avvisate se tardate.

Se affittate la macchina sull’isola cercate un’offerta in cui siano garantiti almeno 400 km se intendete fare il nostro tragitto.

Sull’isola bisogna sempre fare molta attenzione, specialmente dopo l’imbrunire, agli animali che ti saltano fuori all’improvviso dal ciglio della strada, purtroppo anche qui i canguri morti a bordo strada erano veramente troppi, non ci sono lampioni, quando è buio è proprio buio buio. Ricordate che in inverno, la nostra estate, fa buio molto presto, già intorno alle 17/17,30.

Sull’isola non ci sono mezzi pubblici perciò per visitarla o si noleggia una vettura o si prenota un tour guidato.

Enjoy!

Una visita all’isola costa, non è una tappa economica, ma ne vale la pena, è una piccola perla ancora grezza, dove l’uomo non ha ancora messo le mani, poche costruzioni, poche persone e tanta tanta Natura.

Francesca&Paolo