Nel mese di agosto 2020, nel nostro road trip in giro per l’Italia, abbiamo deciso di fermarci in Campania. Da diverso tempo il nostro piccolo viaggiatore, affascinato dalla storia sull’eruzione del Vesuvio, ci chiedeva di visitare Pompei. La nostra permanenza in questa regione, molto ospitale e ricca di storia, è stata così piacevole da cambiare i nostri piani iniziali e di aver perciò aumentato i giorni di soggiorno per poter visitare oltre Pompei anche Ercolano e Oplontis, la villa di Poppea.
Tre siti archeologici legati da un filo comune, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c, entrati a far parte del patrimonio Unesco nel 1997. Parchi archeologici che ci sentiamo di dire tra i più belli ed affascinanti al Mondo.
Visitando Pompei, Ercolano e la villa di Oplontis si inizierà un viaggio indietro nel tempo alla scoperta non solo delle città, ma anche delle caratteristiche e dei valori delle civiltà che in quel periodo abitavano in queste zone.
I siti di Pompei, Ercolano e Villa Oplontis si trovavano poco a sud di Napoli. Pompei vicino al mare, alla foce del fiume Sarno, Ercolano ai piedi del Vesuvio e Villa Oplontis a Torre Annunziata.
Con l’eruzione del 79 d.C. dal Vesuvio si innalzò un’alta colonna di gas, ceneri e lapilli, una coltre di ceneri che ricoprì interi centri abitati. Per le città vicine al vulcano giunse un’improvvisa fine ma il particolare fenomeno fissò per sempre nel tempo quegli ultimi momenti di vita.
Avevamo erroneamente pensato che visitare Pompei, il sito più famoso e grande, fosse sufficiente per conoscere la particolarità dell’evento, per fortuna amici e persone del luogo ci hanno suggerito di scoprire più siti possibili perché le caratteristiche di ognuno sono molto diverse fra loro, data anche la diversa distanza dal Vesuvio. Ed è proprio delle loro differenti unicità che volevamo parlarvi.
POMPEI con bambini
Pompei è grande, quello che colpisce subito girando per le sue vie è la vastità della città, l’area archeologica si estende infatti per circa 66 ettari, 45 dei quali sono stati scavati.
Pompei era circondata da mura lunghe 3200 metri, con 12 torri di guardia e sette porte di entrata, al suo interno la città con le sue strade, ancora oggi come allora, fatte di grandi blocchi di pietra vulcanica, le case, le botteghe, le terme, il foro, il mercato, i templi e i teatri.
Fare una descrizione completa di tutto ciò che potrete vedere è impossibile, ci sarebbe da scrivere un libro e una settimana di visita credo non basterebbe. Di seguito riportiamo pertanto solo alcune descrizioni, a voi poi la voglia e la curiosità di scoprire altre.
Una prima particolarità sono le strade, fatte di grandi blocchi di pietre vulcaniche, in alcuni punti si trovano blocchi perpendicolari ai marciapiedi più alti rispetto alla via, cosa indicheranno?! Sono le nostre “strisce pedonali”, già ai tempi esistevano, come anche le aree pedonali, le potete vedere tra via dell’abbondanza e il Foro.
Parlando di Foro, questo era il centro della vita pubblica di ogni città, qui si affacciavano i principali edifici dell’amministrazione cittadina, della giustizia e degli affari per le attività commerciali. Si trova il Macellum, grande mercato alimentare della città, la Basilica, Il Tempio di Giove e di Iside e la Necropoli, tutta questa zona della città è fondamentale nella visita di questo sito. Nella zona del Foro sono esposti alcuni calchi di persone e di animali, i calchi sono sicuramente una delle particolarità di Pompei. Grazie a questa tecnica si è potuto comprendere la tragedia legata all’eruzione, vedere le espressioni dei volti delle vittime e la posizione del corpo durante la fuga. Nell’area sono conservati diversi calchi di persone adulte e bambini, un cane, un maiale e un equide.
Curioso è sapere che gli abitanti di Pompei amavano mangiare spesso fuori casa, i nostri attuali fast-food, i Thermopolia, girando per la città è possibile incontrarne quasi 90. La loro struttura era semplice, un grande stanzone aperto e un bancone, che si affacciava sulla strada a forma di “L”, in muratura con incassati i Dolia, contenitori di terracotta dove veniva messo il cibo.
Dato che i pompeiani amavano molto gli spettacoli, in città c’erano 2 teatri e 1 anfiteatro, troviamo il Teatro Grande, che poteva ospitare fino a 5000 persone, il Teatro Piccolo e il maestoso Anfiteatro che poteva ospitare fino a 20.000 persone.
Percorrendo le strade di questo luogo non è difficile immaginarsi la vita quotidiana che vi si svolgeva, molte abitazioni infatti sono ancora ben conservate, i negozi, le scritte sui muri, i disegni, le fontane che si trovano lungo il percorso.
ERCOLANO con bambini
Ercolano fu investita da una serie di flussi piroclastici, con temperature di oltre 400 gradi, che viaggiavano ad una velocità di 20 metri al secondo, causando la fine immediata di tutto ciò che incontravano sul loro cammino. Questo raro fenomeno fece però si che si conservarono materiali che altrimenti sarebbero andati distrutti, come il legno di mobili e porte, strumenti di lavoro, alimenti e persino una piccola imbarcazione.
La città si trovava praticamente ai piedi del Vesuvio, affacciata sul golfo di Napoli. Non era una città molto grande, aveva circa 4.000 abitanti. Quello che noi oggi possiamo ammirare corrisponde circa ad un quarto dell’antico abitato, il resto è ancora da scoprire sepolto.
Arrivando al sito ci si trova in alto rispetto alla città, si ha da subito una panoramica completa di quello che andremo a visitare.
Ercolano è più piccola di Pompei e mi viene da dire anche più facile da orientarsi e scoprire in autonomia. Grazie alla diversità di eventi che determinarono la sua fine qui è possibile ammirare non solo le abitazioni, le terme e i negozi, ma anche numerosi gioielli, parti in legno e oggetti di vita quotidiana che si sono conservati molto bene.
Si parte con un piccolo Museo che conserva utensili, gioielli, una piccola imbarcazione e descrive i ritrovamenti scoperti, raccontandone le caratteristiche e momenti di vita degli abitanti legati ai giorni dell’eruzione.
Si scende poi attraverso un piccolo tunnel ai piedi della città, in una zona che all’epoca fungeva da approdo delle barche e che oggi costituisce una delle particolarità di Ercolano.
Qui infatti, solo nel 1982, in 9 dei 12 fornici, locali che si affacciavano sul mare, sono stati ritrovati circa 300 resti di persone che vi si erano rifugiati lì nella speranza di trovare la salvezza. Furono rinvenuti parecchi oggetti vicino ai corpi: gioielli, cesti e borse con monete e persino un set da chirurgo. Quelli che oggi noi possiamo vedere sono delle riproduzioni, ma molto realistiche, che fanno comprendere la disperazione e la tragicità del momento.
Si sale poi verso la piazza del Foro, con edifici pubblici e religiosi, le terme, molto amate dagli antichi romani, luogo di incontri e scambi di idee, anche politiche.
Fra le cose da vedere vi è inoltre la casa del tramezzo di legno, con il tramezzo carbonizzato originale, la Casa dei Cervi, una delle più ricche dimore ritrovate, con un gruppo marmoreo di cervi nel giardino e la statua di un Ercole ubriaco. Questa dimora apparteneva sicuramente ad un patrizio, lo si intuisce dal fatto che fosse affacciata sul mare e ricoperta di affreschi.
Merita infine una menzione particolare la villa dei papiri, una villa dove l’aristocrazia si riposava dopo le attività politiche ed economiche, ottimamente conservata è praticamente l’unica villa del mondo romano dove sono conservate non solo le sculture, ma anche frammenti di mobili di legno decorate con lamine in avorio e un vero tesoro: 1.800 rotoli di papiro!
La villa dei papiri costituisce un pilastro dell’archeologia per conoscere la vita e la mentalità dell’aristocrazia del I secolo dopo Cristo.
OPLONTIS con bambini
Quando la devastante eruzione del Vesuvio seppellì Pompei fuori dalle mura cittadine esistevano delle ville rustiche e ville di ozio, come quella di Oplontis. Normalmente erano sontuose ville di ricchi proprietari, avevano splendidi giardini ed erano lussuosamente arredate.
La villa di Oplontis è comunemente conosciuta come la villa di Poppea, probabilmente infatti era appartenuta alla seconda moglie dell’Imperatore Nerone. Ipotesi dedotta sulla base di un’iscrizione presente su un’anfora vinaria pertinente ad un suo servo. La villa, scoperta nel Settecento, fu riportata alla luce solo tra il 1964 e il 1984.
Dopo la prima sala, da cui si può ammirare il giardino arredato da statue e fontane, si accede alla zona padronale con magnifici saloni e ambienti termali, dalla parte opposta l’area riservata invece agli schiavi.
La villa di Poppea è diventata famosa anche per le sue decorazioni che troviamo nelle sale, affreschi dedicati al Dio Apollo, pavoni appollaiati su balaustre, canestri di frutta. Affreschi tutti magnificamente conservati che tuffano il visitatore in un’epoca lontanissima fatta di lusso e ricchezza.
Si pensa che al momento dell’eruzione la Villa fosse disabitata e che fossero in corso lavori di ristrutturazione nei pressi della piscina, testimonianza data dal ritrovamento di colonne e capitelli smontati e accantonati nella sala che si affaccia sul grande giardino.
Anche questa villa per noi merita di esser visitata perché dà l’idea di come una ricca famiglia vivesse in quel periodo e per i bellissimi affreschi che conserva.
Dove dormire per visitare Pompei, Ercolano e Oplontis
Per visitare i tre siti noi vi consigliamo un pernottamento a Pompei, trovando una struttura che abbia un parcheggio privato.
Noi abbiamo pernottato in un B&b nei pressi del centro, questo Pompei Ruins, a 10 minuti a piedi dall’ingresso degli scavi Anfiteatro. In questo modo abbiamo potuto lasciare l’auto al b&b, risparmiando anche i soldi per il parcheggio, e recarci a piedi al sito. Francesco, il gestore, è una persona gentile e super attenta al cliente.
Noi vi consigliato di soggiornare a Pompei, anche se avete in programma una visita a Napoli o alla costiera sorrentina, la cittadina è servita infatti molto bene dai treni, sia per andare a Napoli, stazione Porta Garibaldi, con fermate anche ad Ercolano e Torre Annunziata, sia per andare a Sorrento. In questo modo vi eviterete traffico e parcheggio.
Notizie utili per una visita a Pompei, Ercolano e Oplontis
Noi abbiamo deciso di visitare i siti in autonomia, due adulti e due bambini di 7 e 9 anni. Con il senno di poi, su Pompei investire su una guida è utile, il sito è veramente vasto e tanti i particolari da scoprire. Noi in realtà volevamo noleggiare le audio-guide ufficiali, ma purtroppo, causa covid, non erano utilizzabili.
All’ingresso dei siti vi sono le guide autorizzate dalla regione Campania, riconoscibili dai tesserini, che fanno visite guidate a pagamento.
- Pompei
Se la visita è fatta in periodo estivo portatevi un cappellino e dell’acqua, c’è parecchio da camminare e le zone d’ombra sono poche.
Premunitevi preventivamente dei biglietti on line, stampate la ricevuta e fatela vedere all’entrata, tenetela per uscire perché dovrete ripassarla ai tornelli. I bambini non pagano la visita, ma occorre comunque stampare il biglietto omaggio.
Prima di arrivare agli scavi di Pompei si trovano delle agenzie che vi offriranno delle mappe di Pompei, sembrano gratuite, ma se non noleggiate da loro l’audio guida non ve la lasceranno.
Vi sono due ingressi: Anfiteatro, vicino al centro di Pompei (zona Santuario della Beata Vergine Maria) e Porta Marina Superiore. Per la visita tenete a disposizione almeno un’intera mattinata o pomeriggio.
I biglietti noi li abbiamo fatti preventivamente on line, per costi e orari vi rimandiamo al sito ufficiale
- Ercolano
Per Ercolano non c’è problema per il parcheggio, in quanto è disponibile un ampio parcheggio sotterraneo a pagamento.
Anche qui è consigliato prenotare il biglietto on line, per la visita tenete conto di almeno due orette abbondanti.
- Oplontis
Qui è un pochino più complicato trovare un parcheggio, dopo qualche giro a vuoto, abbiamo trovato un parcheggio vicino al sito. Per visitare la Villa è sufficiente un’oretta scarsa.
Visita con bambini dei siti
Noi siamo grandi fautori della visita di siti archeologici con bambini, crediamo fortemente nell’importanza di far conoscere a loro già nella prima infanzia il nostro patrimonio artistico-storico e culturale. Questi siti essendo all’aperto sono facilmente e tranquillamente visitabili e i racconti per fare amare la visita sono veramente molteplici.
Esistono poi libricini per far conoscere loro i siti in anteprima o per approfondire successivamente, questi alcuni:
- Libro con adesivi. Un libricino su Pompei adatto dai 6 anni in su
- Che storia. L’eruzione di Pompei: un libro adatto per bambini dai 9 anni in su
I siti possono essere visitati anche con passeggini, personalmente crediamo sia però più comoda una fascia o marsupio con bimbi piccini perché le strade realizzate con ciottoli e massi possono risultare parecchio scomode.
Francesca&Paolo
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