Famiglia tuttofare in viaggio

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Gargano con bambini. Le migliori spiagge vicino a Vieste

Oggi Michela torna sul blog per parlarci nuovamente della Puglia, questa volta ci porta a conoscere le spiagge migliori nella zona di Vieste.
Siamo stati a Vieste, sul Gargano. Dopo aver visitato Peschici a Giugno abbiamo deciso di tornare in Puglia e anche Vieste non ci ha delusi 😀
Il centro è molto carino, ma la quantità di gente che c’era era allucinante, e non me lo son girata come avrei voluto.
In compenso vi lascio i consigli sulle spiagge che abbiamo visitato.
Il giorno dell’arrivo, subito dopo il check in al Relais Viesti (b&b moderno, in pieno centro, comodo e bello) siamo scesi a piedi alla Spiaggia di Pizzomunno, spiaggia sabbiosa di lidi in concessione, niente di eccezionale ma avevamo bisogno di un tuffo visto le temperature!

Il secondo giorno su consiglio del b&b siamo scesi a Baia di Campi: una caletta tra le rocce, l’unico accesso è di un campeggio ma si arriva comunque alla spiaggia attraverso un sentiero dalla strada. Necessarie quindi le scarpe da ginnastica per il breve tratto tra boschetto e rocce. La spiaggia è tutta libera: poca gente, un baretto/ristorante, fondale con ciottoli e tanti pesci da guardare!


Ultimo giorno a Baia Vignanotica, una 40ina di minuti di macchina da Vieste, si lascia l’auto in un parcheggio a pagamento (10 euro) con navetta fino alla spiaggia. Bella, scenografica, con una parte in concessione e una parte libera. Anche questa di ciottoli: l’acqua è altissima e il fondale bellissimo! Consiglio assolutamente scarpe da scoglio e maschera/tubo!
Nonostante la quantità di turisti, che non mi aspettavo di trovare questo weekend, le spiaggette sono tranquille, la gente era poca, soprattutto in quelle più difficili da raggiungere 😅
Torneremo sicuramente anche il prossimo anno, (sicuramente non ad Agosto, perché non voglio immaginare cosa possa esser stato 😱).Vieste
Foto e testo di Michela
Per conoscere anche un’altra zona del Gargano, vi lasciamo il racconto di Michela su Peschici.

Cosa vedere a Cracovia: attrazioni, musei e monumenti

Quello che colpisce appena si passeggia per le vie di Cracovia è il suo ricco patrimonio artistico e storico. Cracovia a differenza di Varsavia, completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale, ha mantenuto intatte negli anni le sue stupende ed antiche chiese, prima fra tutte quella di Sant’Adalberto del X sec., i palazzi medioevali, un imponente castello che guarda dalla sua collina il fiume Vistola, una piazza medievale straordinaria, la più estesa d’Europa, che da sola racchiude sotto terra e sopra reperti di infinito valore.

Cracovia è un luogo magico legato a leggende e miti e che straborda di storia, qui vissero i tartari, importanti re, come Casimiro il grande, crebbe una delle più grandi comunità ebraiche del Mondo e conobbe tristi periodi come quello dell’occupazione nazista e del socialismo russo.

La città è sicura, facilmente visitabile a piedi e family friendly, sono veramente tantissime le attrattive che piaceranno anche ai bambini.

Le zone della città che abbiamo visitato possono essere divise in 4 principali zone: Città vecchia e collina di Wewel, Kazimiert, Podgorze e Plaszow.

Cosa vedere a Cracovia?

Il cuore storico ed architettonico di Cracovia: città vecchia e collina del Wawel

Lo Stare Miasto è una ricca mescolanza di architettura medioevale, gotica, barocca e rinascimentale, la città vecchia era delimitata da antiche mura, che oggi sono quasi del tutto  state sostituite dal Planty, un parco che circonda il centro città.

Dopo la positiva esperienza di Sarajevo, abbiamo deciso di affidarci ad un tour guidato della città  per avere una infarinatura generale sulle più belle attrazioni della città e soprattutto per avere lo sguardo di chi ama la sua terra e sa evidenziare con poesia le sue più belle attrazioni.

Abbiamo fatto due tour guidati a piedi di Cracow Free tour (ombrellino rosso): la città vecchia e il quartiere ebraico.

I tour guidati sono gratuiti, alla fine del tour potrete dare una mancia in base alla soddisfazione, e durano circa due ore ognuno. Il primo tour, quello della Città vecchia, è iniziato alle 10.30 da davanti alla Chiesa di Santa Maria. Abbiamo visitato la piazza del mercato, percorso via Florianska, costeggiato le vecchie mura medioevali visitando dall’esterno Barbacane e Planty, ci siamo poi spostati verso il Collegio Maius, da lì al palazzo vescovile dove si affacciava Papa Wojtyla per giungere fino alla collina del Wawel. Il tour è durato due orette abbondanti, la nostra guida Lidia ci ha veramente fatto amare la storia di Cracovia, i suoi monumenti, ridere delle sue leggende e apprezzare un popolo fiero delle sue radici.

Nei giorni a seguire della visita abbiamo dedicato ulteriore tempo a visitare alcune attrazioni:

  • Museo delle illusioni: illusioni ottiche, giochi di prospettive, rompicapo per uno stop di ingegno e divertimento.
  • Rynek Underground: un museo sotterraneo al di sotto della grande piazza della città, che permette un tuffo nella Cracovia del Medioevo.
  • Collegio Maius: il più antico edificio universitario della Polonia. Nicolò Copernico fu uno dei suoi più famosi studenti. Al suo interno il primo mappamondo che raffigura le Americhe (nel posto però sbagliato), nel cortile un orologio carillon che suona ogni due ore.
  • Cattedrale di Wawel: si erge sulla collina del Wawel, vicino al celebre castello. Alla base delle mura di cinta del castello si trova, proprio a fianco del fiume Vistola, il drago del Wewel che sputa fuoco. 
  • Basilica di Santa Maria, imponente e maestoso edificio gotico che sorge su un lato della piazza. Gli interni sono un tripudio di dettagli, l’esterno è caratterizzato da due torri di due differenti altezze. Dalla torre più alta ogni ora viene suonata una melodia da un trombettista.
  • Torre del municipio, la torre è l’unica parte rimasta del vecchio municipio. 110 gradini permettono di godere di una vista dall’alto sulla Rynek Glowny (forse delle 3 torri questa non è la migliore da salire, la vista sulla città è abbastanza limitata).

    Museo delle illusioni

L’Antico quartiere ebraico: Kazimierz

L’antico quartiere ebraico ospitava prima dell’occupazione nazista una ricca comunità ebraica già dal XIV sec. Le sue sinagoghe, i localini tipici, i cimiteri testimoniano ancora oggi la presenza di quel periodo. Oggi è un luogo ricco di locali, a prezzi più vantaggiosi rispetto al centro, artisti ed è frequentato dalla gioventù polacca. Un luogo rimasto intatto e genuino tanto da diventare, grazie alla sua autenticità, negli anni ’90 il set di molte scene del film Schinderl’s list.

Anche per conoscere Kazimierz abbiamo deciso di utilizzare il tour guidato di Cracow free tours, siamo partiti alle 14,40 dalla piazza abbiamo percorso le vie e le piazze più importanti del quartiere, via Szeroka, la piazza nuova e del mercato, siamo passati davanti alla vecchia Sinagoga, alla sinagoga Remuh e al vecchio cimitero ebraico e visti alcuni luoghi utilizzati per girare alcune scene del film Schinder’s list. Abbiamo attraversato infine il ponte dei pedoni sulla Vistola e siamo giunti alla Piazza degli Eroi del ghetto nella zona di Pedgorze. Il tour guidato dura circa due ore.

Quartiere dell’ ex ghetto ebraico: Podgorze

Il quartiere è separato dal centro di Cracovia dal fiume Vistola per arrivarci vi consigliamo di attraversare il Father Bernatek’s Bridge, una passerella con sculture scenografiche di trapezisti, illuminata la sera.

Qui si trovano importanti testimonianze del periodo nazionalsocialista di Cracovia, è qui infatti che sorgeva il ghetto di Cracovia. Partendo dalla Piazza degli Eroi, luogo simbolo della persecuzione degli ebrei, dove ogni sedia riposta nella piazza rappresenta 1000 persone deportate, troverete nell’angolo della piazza La farmacia sotto l’aquila, unica farmacia gestita da un polacco rimasta aperta durante la creazione del ghetto di Cracovia, divenuta oggi museo. A sinistra della piazza percorrendo la via sulla sinistra (via Lwowska) troverete ancora un pezzo del muro originale che delimitava il ghetto di Cracovia. Muro a forma di tomba che testimonia ulteriormente la crudeltà del periodo.

Dalla Piazza degli Eroi con una camminata di 10 minuti potete raggiungere infine il Schinder ‘s List Museum, museo che ripercorre l’occupazione nazista in Polonia. A differenza del nome, seppur sia la fabbrica originale di cui parla il film Schinder’s list, nel museo c’è solo una piccola parte che riguarda la fabbrica nello specifico.

Plaszow, il campo di lavoro forzato nazista

Per concludere il nostro tour di Cracovia abbiamo aggiunto Plaszow, un quartiere poco conosciuto della città, raggiungibile facilmente solo con un’automobile.

La visita a questo quartiere, situato nella parte meridionale di Cracovia, è un ripercorrere i luoghi che hanno segnato la Polonia, gli ebrei e i prigionieri polacchi nel periodo nazista. E’ proprio qui infatti che sorse il campo di lavoro forzato nazista nel 1942.cosa vedere a Cracovia

Nel campo di Paszow è stato ambientato il film Schinder’s List, ambientata qui le scena in cui il nazista Amon Goht sparava dal balcone ai prigionieri. Del campo rimane ben poco, ma è facile ritrovarsi nelle scene del film.

Cracovia è una città che ha veramente molto da offrire e con prezzi ancora low cost, leggete il nostro articolo Cracovia e dintorni in cinque giorni per organizzare un lungo week end o una settimana in questo bellissimo Stato.

Francesca

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Viaggio in Toscana fra cantine e colline

Oggi ospitiamo nel blog Desi e il suo racconto sulle colline della Toscana, un racconto ricco di consigli su prelibatezze enogastronomiche.

Quando la mente torna ai viaggi fatti in Toscana, non posso non pensare ai momenti silenziosi in contemplazione, immersa nei suoi panorami, vere opere d’arte della natura da cui l’anima assorbe nutrimento.  

Ai gusti e ai profumi, ai vigneti e agli sterminati uliveti che avvolgono le sue colline, al mare che bagna le sue coste donando sapore unico ai suoi vini e ai suoi piatti. 

I nostri viaggi sono quasi sempre enogastronomici: ci piace assaporare.

È difficile coinvolgere sempre i nostri figli, quindi, da qualche tempo, le escursioni in tal senso, io e mio marito abbiamo deciso di farle per conto nostro pur di non rinunciarvi, come purtroppo stavamo facendo… Magari quando avranno superato l’adolescenza si aggregheranno spontaneamente.

Questo viaggio in Toscana lo abbiamo fatto in macchina ad agosto, durante le nostre ferie.

1° tappa

Il nostro primo obiettivo era tornare a Bolgheri, borgo con un castello medievale, dove Giosuè Carducci visse per un periodo: ci si arriva attraverso un bellissimo viale di cipressi. Abbiamo cenato all’enoteca Tognoni (prenotate prima) dove abbiamo gustato del cibo divino, vi esorto ad assaggiare il loro gelato al pistacchio a fine pasto… indescrivibile; abbiamo potuto finalmente sorseggiare il Sassicaia, vino prodotto esclusivamente nella zona.

Per accedere più facilmente al centro, vi consiglio di seguire le indicazioni che portano al parcheggio in un campo sportivo costeggiando le mura del borgo. Portatevi un po’ di monete per il parcheggio.

Dopo cena abbiamo dormito a Bibbona, sempre nell’entroterra, in un B&B, “La Locanda Etrusca”, dove avevamo già lasciato i bagagli nel pomeriggio. Borgo piacevole da visitare. 

Proseguendo verso la seconda tappa abbiamo fatto una deviazione: visita dell’Abbazia di San Galgano, circa a 30 Km da Siena. La leggenda narra che San Galgano si ritirò a vita eremitica e al culmine della sua conversione infisse nel terreno la sua spada allo scopo di trasformarla in una croce, ancora visibile protetta da una teca sul colle Montesiepi accanto all’Abbazia priva di tetto.

2° tappa

Abbiamo deciso di far base d’appoggio a Marina di Grosseto per goderci anche un po’ il mare, alloggiando al “Lola piccolo Hotel”, davvero molto pulito e comodissimo per la vicinanza alla grande spiaggia.

Essendo a pochi Km da Castiglione della Pescaia, abbiamo dato un’occhiata anche a questo borgo affacciato sulla costa.

3° tappa

La visita ad una cantina di zona era quasi d’obbligo: Tenuta Antinori “Le Mortelle”, posto molto suggestivo, immagino anche per chi non beve vino, e qui le parole si sprecano, lascio il posto alle foto. Vi consiglio, se passate in zona, di prenotare la visita con degustazione o, come abbiamo fatto noi, visita e pranzo davanti ad un panorama eccezionale. 

4° tappa

Montalcino, città del Brunello che naturalmente abbiamo assaggiato accompagnato ad una fiorentina mozzafiato, mangiata al “Re di Macchia”.toscana

 

Speriamo di tornare presto in zona, ci sono posti stupendi.

Testo e foto di Desi.

Per un altro itinerario fra cibo e cultura date un’occhiata al nostro articolo sull’Altopiano di Asiago.

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Visitare i siti di Pompei, Ercolano e Oplontis con bambini

Nel mese di agosto 2020, nel nostro road trip in giro per l’Italia, abbiamo deciso di fermarci in Campania. Da diverso tempo il nostro piccolo viaggiatore, affascinato dalla storia sull’eruzione del Vesuvio, ci chiedeva di visitare Pompei. La nostra permanenza in questa regione, molto ospitale e ricca di storia, è stata così piacevole da cambiare i nostri piani iniziali e di aver perciò aumentato i giorni di soggiorno per poter visitare oltre Pompei anche Ercolano e Oplontis, la villa di Poppea. 

Pompei

Tre siti archeologici legati da un filo comune, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c, entrati a far parte del patrimonio Unesco nel 1997. Parchi archeologici che ci sentiamo di dire tra i più belli ed affascinanti al Mondo.

Visitando Pompei, Ercolano e la villa di Oplontis si inizierà un viaggio indietro nel tempo alla scoperta non solo delle città, ma anche delle caratteristiche e dei valori delle civiltà che in quel periodo abitavano in queste zone.

I siti di Pompei, Ercolano e Villa Oplontis si trovavano poco a sud di Napoli. Pompei vicino al mare, alla foce del fiume Sarno, Ercolano ai piedi del Vesuvio e Villa Oplontis a Torre Annunziata.

Con l’eruzione del 79 d.C. dal Vesuvio si innalzò un’alta colonna di gas, ceneri e lapilli, una coltre di ceneri che ricoprì interi centri abitati. Per le città vicine al vulcano giunse un’improvvisa fine ma il particolare fenomeno fissò per sempre nel tempo quegli ultimi momenti di vita.

Avevamo erroneamente pensato che visitare Pompei, il sito più famoso e grande, fosse sufficiente per conoscere la particolarità dell’evento, per fortuna amici e persone del luogo ci hanno suggerito di scoprire più siti possibili perché le caratteristiche di ognuno sono molto diverse fra loro, data anche la diversa distanza dal Vesuvio. Ed è proprio delle loro differenti unicità che volevamo parlarvi.

POMPEI con bambini

Pompei è grande, quello che colpisce subito girando per le sue vie è la vastità della città, l’area archeologica si estende infatti per circa 66 ettari, 45 dei quali sono stati scavati.

Pompei era circondata da mura lunghe 3200 metri, con 12 torri di guardia e sette porte di entrata, al suo interno la città con le sue strade, ancora oggi come allora, fatte di grandi blocchi di pietra vulcanica, le case, le botteghe, le terme, il foro, il mercato, i templi e i teatri.

Fare una descrizione completa di tutto ciò che potrete vedere è impossibile, ci sarebbe da scrivere un libro e una settimana di visita credo non basterebbe. Di seguito riportiamo pertanto solo alcune descrizioni, a voi poi la voglia e la curiosità di scoprire altre.Pompei

Una prima particolarità sono le strade, fatte di grandi blocchi di pietre vulcaniche, in alcuni punti  si trovano blocchi perpendicolari ai marciapiedi più alti rispetto alla via, cosa indicheranno?! Sono le nostre “strisce pedonali”, già ai tempi esistevano, come anche le aree pedonali, le potete vedere tra via dell’abbondanza e il Foro. 

Parlando di Foro, questo era il centro della vita pubblica di ogni città, qui si affacciavano i principali edifici dell’amministrazione cittadina, della giustizia e degli affari per le attività commerciali. Si trova il Macellum, grande mercato alimentare della città, la Basilica, Il Tempio di Giove e di Iside e la Necropoli, tutta questa zona della città è fondamentale nella visita di questo sito. Nella zona del Foro sono esposti alcuni calchi di persone e di animali, i calchi sono sicuramente una delle particolarità di Pompei. Grazie a questa tecnica si è potuto comprendere la tragedia legata all’eruzione, vedere le espressioni dei volti delle vittime e la posizione del corpo durante la fuga. Nell’area sono conservati diversi calchi di persone adulte e bambini, un cane, un maiale e un equide.

Curioso è sapere che gli abitanti di Pompei amavano mangiare spesso fuori casa, i nostri attuali fast-food, i Thermopolia, girando per la città è possibile incontrarne quasi 90. La loro struttura era semplice, un grande stanzone aperto e un bancone, che si affacciava sulla strada a forma di “L”, in muratura con incassati i Dolia, contenitori di terracotta dove veniva messo il cibo.

Dato che i pompeiani amavano molto gli spettacoli, in città c’erano 2 teatri e 1 anfiteatro, troviamo il Teatro Grande, che poteva ospitare fino a 5000 persone, il Teatro Piccolo e il maestoso Anfiteatro che poteva ospitare fino a 20.000 persone.

Percorrendo le strade di questo luogo non è difficile immaginarsi la vita quotidiana che vi si svolgeva, molte abitazioni infatti sono ancora ben conservate, i negozi, le scritte sui muri, i disegni, le fontane che si trovano lungo il percorso.

ERCOLANO con bambini

Ercolano fu investita da una serie di flussi piroclastici, con temperature di oltre 400 gradi, che viaggiavano ad una velocità di 20 metri al secondo, causando la fine immediata di tutto ciò che incontravano sul loro cammino. Questo raro fenomeno fece però si che si conservarono materiali che altrimenti sarebbero andati distrutti, come il legno di mobili e porte, strumenti di lavoro, alimenti e persino una piccola imbarcazione.

La città si trovava praticamente ai piedi del Vesuvio, affacciata sul golfo di Napoli. Non era una città molto grande, aveva circa 4.000 abitanti. Quello che noi oggi possiamo ammirare corrisponde circa ad un quarto dell’antico abitato, il resto è ancora da scoprire sepolto.

Arrivando al sito ci si trova in alto rispetto alla città, si ha da subito una panoramica completa di quello che andremo a visitare.

Ercolano è più piccola di Pompei e mi viene da dire anche più facile da orientarsi e scoprire in autonomia. Grazie alla diversità di eventi che determinarono la sua fine qui è possibile ammirare non solo le abitazioni, le terme e i negozi, ma anche numerosi gioielli, parti in legno e oggetti di vita quotidiana che si sono conservati molto bene.

Si parte con un piccolo Museo che conserva utensili, gioielli, una piccola imbarcazione e descrive i ritrovamenti scoperti, raccontandone le caratteristiche e momenti di vita degli abitanti legati ai giorni dell’eruzione.Pompei

Si scende poi attraverso un piccolo tunnel ai piedi della città, in una zona che all’epoca fungeva da approdo delle barche e che oggi costituisce una delle particolarità di Ercolano.

Qui infatti, solo nel 1982, in 9 dei 12 fornici, locali che si affacciavano sul mare, sono stati ritrovati circa 300 resti di persone che vi si erano rifugiati lì nella speranza di trovare la salvezza. Furono rinvenuti parecchi oggetti vicino ai corpi: gioielli, cesti e borse con monete e persino un set da chirurgo. Quelli che oggi noi possiamo vedere sono delle riproduzioni, ma molto realistiche, che fanno comprendere la disperazione e la tragicità del momento.

Si sale poi verso la piazza del Foro, con edifici pubblici  e religiosi, le terme, molto amate dagli antichi romani, luogo di incontri e scambi di idee, anche politiche. 

Fra le cose da vedere vi è inoltre la casa del tramezzo di legno, con il tramezzo carbonizzato originale, la Casa dei Cervi, una delle più ricche dimore ritrovate, con un gruppo marmoreo di cervi nel giardino e la statua di un Ercole ubriaco. Questa dimora apparteneva sicuramente ad un patrizio, lo si intuisce dal fatto che fosse affacciata sul mare e ricoperta di affreschi. 

Merita infine una menzione particolare la villa dei papiri, una villa dove l’aristocrazia si riposava dopo le attività politiche ed economiche, ottimamente conservata è praticamente l’unica villa del mondo romano dove sono conservate non solo le sculture, ma anche frammenti di mobili di legno decorate con lamine in avorio e un vero tesoro: 1.800 rotoli di papiro!

La villa dei papiri costituisce un pilastro dell’archeologia per conoscere la vita e la mentalità dell’aristocrazia del I secolo dopo Cristo.

OPLONTIS con bambini

Quando la devastante eruzione del Vesuvio seppellì Pompei fuori dalle mura cittadine esistevano delle ville rustiche e ville di ozio, come quella di Oplontis. Normalmente erano sontuose ville di ricchi proprietari, avevano splendidi giardini ed erano lussuosamente arredate.

La villa di Oplontis è comunemente conosciuta come la villa di Poppea, probabilmente infatti era appartenuta alla seconda moglie dell’Imperatore Nerone. Ipotesi dedotta sulla base di un’iscrizione presente su un’anfora vinaria pertinente ad un suo servo. La villa, scoperta nel Settecento, fu riportata alla luce solo tra il 1964 e il 1984.

Dopo la prima sala, da cui si può ammirare il giardino arredato da statue e fontane, si accede alla zona padronale con magnifici saloni e ambienti termali, dalla parte opposta l’area riservata invece agli schiavi.

La villa di Poppea è diventata famosa anche per le sue decorazioni che troviamo nelle sale, affreschi dedicati al Dio Apollo, pavoni appollaiati su balaustre, canestri di frutta. Affreschi tutti magnificamente conservati che tuffano il visitatore in un’epoca lontanissima fatta di lusso e ricchezza.

Si pensa che al momento dell’eruzione la Villa fosse disabitata e che fossero in corso lavori di ristrutturazione nei pressi della piscina, testimonianza data dal ritrovamento di colonne e capitelli smontati e accantonati nella sala che si affaccia sul grande giardino.

Anche questa villa per noi merita di esser visitata perché dà l’idea di come una ricca famiglia vivesse in quel periodo e per i bellissimi affreschi che conserva. 

Dove dormire per visitare Pompei, Ercolano e Oplontis

Per visitare i tre siti noi vi consigliamo un pernottamento a Pompei, trovando una struttura che abbia un parcheggio privato.

Noi abbiamo pernottato in un B&b nei pressi del centro, questo Pompei Ruins, a 10 minuti a piedi dall’ingresso degli scavi Anfiteatro. In questo modo abbiamo potuto lasciare l’auto al b&b, risparmiando anche i soldi per il parcheggio, e recarci a piedi al sito. Francesco, il gestore, è una persona gentile e super attenta al cliente.

Noi vi consigliato di soggiornare a Pompei, anche se avete in programma una visita a Napoli o alla costiera sorrentina, la cittadina è servita infatti molto bene dai treni, sia per andare a Napoli, stazione Porta Garibaldi, con fermate anche ad Ercolano e Torre Annunziata, sia per andare a Sorrento. In questo modo vi eviterete traffico e parcheggio.

Notizie utili per una visita a Pompei, Ercolano e Oplontis

Noi abbiamo deciso di visitare i siti in autonomia, due adulti e due bambini di 7 e 9 anni. Con il senno di poi, su Pompei investire su una guida è utile, il sito è veramente vasto e tanti i particolari da scoprire. Noi in realtà volevamo noleggiare le audio-guide ufficiali, ma purtroppo, causa covid, non erano utilizzabili.

All’ingresso dei siti vi sono le guide autorizzate dalla regione Campania, riconoscibili dai tesserini, che fanno visite guidate a pagamento.

  • Pompei

Se la visita è fatta in periodo estivo portatevi un cappellino e dell’acqua, c’è parecchio da camminare e le zone d’ombra sono poche.

Premunitevi preventivamente dei biglietti on line, stampate la ricevuta e fatela vedere all’entrata, tenetela per uscire perché dovrete ripassarla ai tornelli. I bambini non pagano la visita, ma occorre comunque stampare il biglietto omaggio.

Prima di arrivare agli scavi di Pompei si trovano delle agenzie che vi offriranno delle mappe di Pompei, sembrano gratuite, ma se non noleggiate da loro l’audio guida non ve la lasceranno.

Vi sono due ingressi: Anfiteatro, vicino al centro di Pompei (zona Santuario della Beata Vergine Maria) e Porta Marina Superiore. Per la visita tenete a disposizione almeno un’intera mattinata o pomeriggio.

I biglietti noi li abbiamo fatti preventivamente on line, per costi e orari vi rimandiamo al sito ufficiale

  • Ercolano

Per Ercolano non c’è  problema per il parcheggio, in quanto è disponibile un ampio parcheggio sotterraneo a pagamento.

Anche qui è consigliato prenotare il biglietto on line, per la visita tenete conto di almeno due orette abbondanti.

  • Oplontis

Qui è un pochino più complicato trovare un parcheggio, dopo qualche giro a vuoto, abbiamo trovato un parcheggio vicino al sito. Per visitare la Villa è sufficiente un’oretta scarsa.

Visita con bambini dei siti

Noi siamo grandi fautori della visita di siti archeologici con bambini, crediamo fortemente nell’importanza di far conoscere a loro già nella prima infanzia il nostro patrimonio artistico-storico e culturale. Questi siti essendo all’aperto sono facilmente e tranquillamente visitabili e i racconti per fare amare la visita sono veramente molteplici.

Esistono poi libricini per far conoscere loro i siti in anteprima o per approfondire successivamente, questi alcuni:

I siti possono essere visitati anche con passeggini, personalmente crediamo sia però più comoda una fascia o marsupio con bimbi piccini perché le strade realizzate con ciottoli e massi possono risultare parecchio scomode.

Francesca&Paolo

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Visita al museo universitario di Chieti con bambini

Oggi ospitiamo nuovamente Mariangela nel blog che, dopo averci portati alla Città della Scienza di Napoli, ci racconta la sua visita ad un altro museo: il Museo universitario di Chieti, in Abruzzo.

Ci vuole un’oretta e mezza a visitare il Museo Universitario di Chieti con i vari percorsi che vanno dai fossili preistorici abruzzesi, trovati nel giacimento miocenico di Palena, alla sala di arte contemporanea dove si trovano opere d’arte pittoriche e sculturee di grandi maestri contemporanei come Fontana, Sassi, Cascella e altri. Si passa poi ad osservare un’ ampia raccolta di antichi strumenti, usati per la dimostrazione di esperimenti scientifici di laboratorio di elettrologia, ottica, meccanica ecc. ma ora vi racconto… il Museo!

Il Museo Universitario di Chieti ha una spiccata vocazione verso la biologia, l’antropologia, la paleontologia e l’evoluzione e si trova in centro città ed è facile da trovare, purtroppo non ho fatto molte foto perché ero incuriosita da tutto.

Molto interessante è la raccolta paleontologica con esemplari provenienti da tutto il mondo che documentano le varie tappe dell’evoluzione della vita sulla terra: resti fossili di pesci, resti di Mammuth, di dinosauri; ugualmente istruttiva è la raccolta antropologica che comprende circa 6.000 scheletri umani, tra cui quelli dei primi abitanti delle grotte litoranee dall’estinto lago del Fucino e una ventina di mummie. Oltre a piante, anche rare ed estinte della nostra regione, c’erano legni, frutti, funghi usati principalmente a fini didattici nei laboratori scientifici del Liceo “I. Gonzaga” di Chieti.museo universitario di chieti

Bella e ricca è stata anche la sala dedicata alla zoologia: pesci, rettili, anfibi, conservati in formalina e poi uccelli rapaci come: aquile reali, gufi, poiane, curate dal Cites dei Carabinieri, mammiferi carnivori come: l’orso marsicano, la lontra e lupi marsicani.

È stata una visita interessante e coinvolgente per gli adulti ma anche e soprattutto per i bambini. Oltre a visite guidate, il museo organizza anche laboratori didattici e attività ludo-didattiche in base all’età dei giovani ricercatori. Lo terremo sicuramente a mente in una prossima visita.

Mariangela

Per maggiori informazioni su orari e sulle nuove norme Covid consultate il sito del Museo.

Foto e testo di Mariangela

 

Rafting con bambini in Valle d’Aosta

Vi capita mai di voler vivere esperienze speciali, capaci di farvi battere forte il cuore e rimanere impresse nella vostra mente?!
A noi spesso e cerchiamo sempre quando i nostri bimbi festeggiano gli anni di trovare attività che possano rimanere nei loro ricordi.
Così per festeggiare i 10 anni del nostro ometto abbiamo deciso di fare rafting sulla Dora Baltea a Villeneuve, in Valle d’Aosta, ed affidarci all’esperienza di  Rafting Aventure.
Navigare un torrente è un’esperienza incredibile che vi farà sentire dei piccoli grandi esploratori!
Un’attività divertente e in sicurezza che permette di passare una giornata leggera in famiglia e di scoprire il territorio in un modo originale, proprio come piace a noi 🙂.
Ma veniamo ad un po’ di informazioni per aiutarvi nella scelta di questa avventura.
In nostre passate gite in Valle d’Aosta avevamo notato lungo il fiume gruppi intenti a fare rafting, ci eravamo ripromessi di provarlo a fare una volta che i nostri bimbi fossero stati più grandicelli.
Nella nostra ricerca on line di centri che organizzavano discese sul fiume siamo rimasti attratti dalle attività e dall’esperienza trentennale di Rafting Aventure con sede a Villeneuve in Valle D’Aosta.

Il centro Rafting offre varie tipologie di discesa sulla Dora Baltea:

  • Rafting Junior
  • Rafting Classico
  • Rafting no stop
  • Rafting giornata

Con bambini è solo permesso però il Rafting junior, l’attività che abbiamo fatto noi.

Rafting Junior, il rafting con bambini

Il percorso Junior è la discesa adatta per le famiglie con bambini, possono farlo bimbi dai 6 anni in su. Il percorso parte da Villeneuve, dove ha sede il centro, passa attraverso le piccole rapide di Aymavilles e Sarre, permettendo di ammirare suggestivi paesaggi naturali e alcuni castelli come quello di Sarre.

L’avventura di rafting con bambini dura circa due orette, un’oretta e mezza di discesa e una mezz’ora di briefing iniziale.

Prima della discesa la guida dà le istruzioni a tutto l’equipaggio, sia bimbi sia adulti, ognuno avrà il suo ruolo e compito e illustrerà le misure di sicurezza da adottare. Finita la discesa vi sarà un pulmino che vi porterà alla base (ricordate la mascherina).

Il Rafting non sarà una tranquilla gita su un gommone, ma sarai il protagonista attivo della tua navigazione, dovrai pagaiare in modo coordinato con il resto del tuo team seguendo le indicazioni della guida. Per capirci tutti collaborano in questa magica esperienza!
I bimbi possono stare in cima al gommone e vestire il ruolo di spacca onde (un ruolo importante e bagnato) o se più grandicelli pagaiare in cima al gommone come tutti gli altri partecipanti, Lorenzo di 10 anni ha pagaiato.
Il centro rafting fornisce tutta l’attrezzatura tecnica (muta, scarpe, casco e giubbotto salvagente) per affrontare la giornata in sicurezza e al calduccio.
Nella sede di Villeneuve si trova un bar, panchine e tavolini immersi in una tranquilla area verde.
Abbigliamento consigliato per il rafting con bambini

Il costume da bagno è sufficiente, se temete il freddo vi consigliamo maglia e pantaloni termici, l’importante è usare un abbigliamento sintetico e sportivo, evitate il cotone perché, se bagnato sulla pelle raffredda il corpo. Io consiglio anche un paio di calze in nylon.

Da portare con voi: intimo di ricambio, mascherina ed asciugamano.

Durante il rafting non è consigliato portare cellulare o macchina fotografica, d’altronde non è una gita, ma un’attività da fare tutti insieme. Se avete un action cam con supporto da mettere sul caschetto è l’ideale.

Utilizzare il rafting per cavalcare le onde di un torrente di montagna è un’esperienza a portata di tutti e molto coinvolgente per i bambini.

Rafting con bambini

Se cercate altre esperienze emozionanti in Valle d’Aosta leggete subito il nostro articolo Skyway Monte Bianco con bambini.
Francesca&Paolo
Grazie a Rafting Aventure per questa stupenda collaborazione
.

Skyway Monte Bianco con bambini

Oggi vi porto in un luogo veramente magico, un luogo che permette di avvicinare l’uomo alla montagna e al cielo. Un luogo dove la salita per raggiungere la meta fa vibrare e battere forte il cuore e inumidire gli occhi dalla tanta bellezza che si può ammirare.Skyway Monte Bianco
Siamo in Valle d’Aosta, e di fronte a noi c’è lui, il Signor Monte Bianco, grazie alla funivia Skyway del Monte Bianco siamo potuti salire in piena sicurezza fino a Punta Helbronner a 3466 mt, il punto più alto d’Italia e come dice la loro brochure il punto più basso del cielo.
Il panorama da lassù è qualcosa di magnetico, le alte vette alpine, il ghiacciaio perenne, l’aria pulita e frizzante e un cielo di un blu così intenso da sembrare finto.
Ma l’ascesa a Punta Helbronner non è l’unica esperienza che vi offre la funivia Skyway, è possibile infatti scendendo fermarsi a Pavillon a 2173 mt. Troverete un ricco giardino botanico, un singolare parco giochi per bambini, terrazze, bar/ristorante e la quiete della montagna con le vette alpine ad osservarvi.
La nascita dell’ idea della funivia ci porta indietro di quasi 100 anni, negli anni ’30 Dino Lora Totino cominciò ad avere la visionaria ed innovativa idea di creare un collegamento internazionale nelle nostre Alpi.  Nel 1947 la prima inaugurazione che porterà con il passare degli anni alla nascita del nuovo ed odierno impianto SkyWay nel 2015.
Come raggiungere lo Skyway Monte Bianco?

Il viaggio inizia a Courmayeur a 1300 mt di quota dove potrete prendere una moderna cabinovia che ruota a 360 gradi. Nella stazione troverete un bar, la biglietteria e un parcheggio. In questo periodo di emergenza sanitaria i biglietti sono facilmente acquistabili on line. Per accedere vi verrà misurata la febbre e verrà richiesto l’utilizzo di mascherina chirurgica.

Una prima fermata può essere fatta a Pavillon The Mountain, qui troverete un’ampia terrazza  con vista sulla valle e sul Monte Bianco, bar e ristorante, un giardino botanico, un piccolo museo con la storia della funivia e un’originale area giochi per bambini.

Ultima tappa lo Skyway Monte Bianco, 3466 mt, e una vista sorprendente a 360 gradi sulle Alpi, sul Monte Bianco e sul ghiacciaio grazie ad una terrazza panoramica circolare. Troverete anche una sala cristalli e un ristorante.

Da Punta Helbronner il viaggio per esperti prosegue con la possibilità di vivere il ghiacciaio del Mer de Glace e di scendere fino a Chamonix. Per appassionati inesperti con bimbi il viaggio finisce però a punta Helbronner 😉

Il Monte Bianco è un sito naturalistico da rispettare, da ammirare e vedere. La salita al Monte Bianco è un’esperienza emozionante, adrenalitica che vale il costo abbastanza sostanzioso del biglietto che prevede.

Informazioni utili per lo Skyway Monte Bianco

 

  • Vestiti in estate: il classico vestiario a cipolla è per me il più adatto. Ricordate di portare una giacca a vento per quando si arriva in cima, consigliata anche crema solare ed occhiali da sole
  • Cibo: noi abbiamo optato per un pranzo al sacco mangiato in zona Pavillon, sicuramente mangiare nel ristorante in quota è una bella esperienza, ma visti i costi già elevati per salire in 4 abbiamo preferito risparmiare sul cibo.
  • Bimbi: i miei ragazzi sono già grandini, 7 e 9 anni, e non hanno avuto problemi per l’altitudine. Se sono piccini a mio avviso la visita è da valutare, calcolate che in circa 15 minuti si “fa” un dislivello di 2000 mt. L’esperienza è stata super emozionante anche per loro, sentirsi “sul tetto d’Italia”, ammirare un ghiacciaio perenne, la risalita vertiginosa in funivia, con tanto di avvistamento di camosci sulle scarpate, è stato molto divertente per tutti. Il parco giochi al Pavillon, con carrucola e parete per arrampicarsi, è stato poi per loro la ciliegina sulla torta.
  • Il giardino botanico ad oltre 2000 mt è tra i più alti giardini naturali del Mondo, custodisce più di 900 piante alpine.
  • In questo momento di emergenza sanitaria la funivia permette di fermarsi solo un’ora a Punta Helbronner e di fermarsi solo al ritorno a Pavillon (senza limite di tempo).
  • Per acquistare i biglietti on line consultate il sito a questo link.

Se cercate altre idee in Valle d’Aosta, da aggiungere alla visita al Monte Bianco, leggete il nostro articolo Valle d’Aosta, itinerario di tre giorni Rafting con bambini sulla Dora Baltea.

Francesca

Barbados Caraibi

Siamo stati a Barbados un paio di volte: la prima volta in un resort in viaggio di nozze e la seconda volta, 10 anni dopo, con una crociera accompagnati dai nostri bambini.

Una delle spiagge più belle dell’Isola di Barbados è sicuramente Carlisle beach.
Dal porto di Barbados la spiaggia di Carlisle dista 2.5 km e potete decidere di fare la strada a piedi, attraversando il mercato e una parte della cittadina, oppure prendere un taxi per 5 euro a persona. Noi abbiamo scelto il taxi poiché era una giornata molto calda e le ore a terra dalla nave erano solo 6, quindi abbiamo massimizzato il nostro stare in spiaggia. Barbados
Il mare di Barbados è quello caraibico con sabbia finissima bianca e acqua cristallina, nel nostro precedente viaggio la spiaggia del resort non aveva un’acqua limpida come quella della spiaggia di Carlisle, ma era comunque bellissima.

Direttamente accedendo alla spiaggia potrete affittare sdraio con ombrelloni dai 10 euro. Potrete fare escursioni di diverso tipo, dai 15/20 euro a persona, come in catamarano per tuffarvi con le tartarughe (c’è chi ha fatto snorkeling partendo dalla spiaggia e le ha viste a 20 mt dalla riva) o sci d’acqua… Se amate nuotare portatevi maschera, boccaglio e magari le pinne, saranno utili sulle varie spiagge.

Ecco, a Barbados consiglio di fare MARE…che sia spiaggia con snorkeling oppure uscire con una gita in catamarano, ma per certo l’isola si presta a fare un’esperienza di mare, con le sue spiagge bianche e acque cristalline!

Vicino alla spiaggia di Carlisle ci sono degli ottimi ristoranti… l’aragosta merita e i prezzi sono sicuramente molto più bassi di quelli che trovate in Italia.

Noi siamo tornati in nave nel tardo pomeriggio e siamo ripartiti alla volta di un’altra isola. Sicuramente quest’isola per il mare è una di quelle che più ci è piaciuta e consiglio di non far mancare in un tour ai caraibi. Scegliete bene il versante dell’isola in cui soggiornare.

Monia

Per info su una crociera ai Caraibi leggete il nostro articolo Crociera ai Caraibi con bambini o quelli sulle singole isole, Guadalupe o Santa Lucia.

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Barbados

Edenland Park Bucarest

 A soli 20 minuti da Bucarest su Cantonului nr. 12, a Balotesti, si trova Edenland Park.

Un’oasi in una verdissima foresta con alberi secolari.

Qui è possibile trascorrere un’intera giornata, oppure pranzare e trascorrere solo qualche ora oppure ancora trascorrervi la notte su una splendida casa sugli alberi.

Noi abbiamo deciso di passare una giornata in quest’oasi, non sapendo esattamente che cosa avremmo trovato, ma ancora una volta siamo rimasti positivamente colpiti da questa meravigliosa terra.

Il parcheggio è semplice da trovare (ed è gratuito), le auto rimangono al sole per cui non lasciate animali in auto (i cani possono entrare nel parco). Si paga un ticket per la sola entrata e poi una volta all’interno potete decidere che cosa fare e pagare unicamente le attività di cui volete usufruire.

Tra le varie attività ad Edenland Park sicuramente meritano un posto di rilievo i percorsi sugli alberi – si tratta di un meraviglioso parco-avventura con percorsi di difficoltà diverse: per tutti i livelli!

Potete acquistare un biglietto che vale 3 ore tra i 6 euro per i bambini ai 12 euro per gli adulti (poi potete acquistare delle ore aggiuntive a parte, ma 3 ore per noi sono state sufficienti).

Ci sono 14 percorsi suddivisi per difficoltà e altezza dei partecipanti. I nostri bambini di 7 e 5 anni hanno fatto da soli 2 percorsi per allenarsi e poi hanno fatto due percorsi un poco più impegnativi insieme a noi.

Vi consiglio di verificare prima il percorso che volete fare, passeggiando e valutando attentamente da sotto il percorso, prima di intraprenderlo così da valutare bene ogni passaggio. Siete assolutamente ben legati, è impossibile cadere, massima sicurezza, ma nonostante questa certezza le emozioni e l’adrenalina sono comunque alte.

Nel caso in cui le 3 ore non siano sufficienti, avete possibilità di fermarvi di più e potete successivamente pagare le ore aggiuntive (tra i 2 e 4 euro a persona).

Dopo le funi ci siamo spostati in un’altra zona dove abbiamo pranzato. Ci sono bellissimi ristorantini che fanno pizza, pasta, hamburgher, crepes, carne alla brace… I bambini hanno preso un piatto di pasta, patatine coca e acqua con circa 8 euro, noi due buonissimi hamburger con patatine e coca spendendo in totale circa 20 euro.

Nella stessa area abbiamo visto che ci sono altre attività interessanti che i bambini avrebbero voluto fare come mini golf e il laboratorio di pittura.
Tutte queste attività si svolgono all’aria aperta sotto questi bellissimi alberi secolari. Quindi anche in una giornata calda si possono passare delle piacevoli ore in tranquillità.Edenland park

Dopo pranzo, i bambini volevano fare tiro con l’arco e abbiamo ancora svolto questa attività, 10 frecce a bambino ad un costo di circa 3 euro. Mentre i bambini scoccavano le ultime frecce ahimè ha iniziato a piovere e quindi siamo scappati via, ma per certo torneremo perché abbiamo visto che c’è anche una zona dove i bambini possono andare a cavallo e lo zoo.

Sì, sicuramente torneremo ad Edenland Park poiché vorremmo ancora fare altri percorsi sugli alberi, ma anche le altre attività (arrampicata!) e soprattutto vorremmo provare l’esperienza di dormire sugli alberi.

La gentilezza del personale, di tutto il personale, la pulizia, l’attenzione ai particolari, il cibo buonissimo hanno reso questa giornata speciale.

Torneremo e vi diremo come è passare una notte nella foresta.

Monia

 

Santa Lucia Caraibi

Per visitare l’isola di Santa Lucia, abbiamo deciso di acquistare un tour direttamente dall’Italia, “Tour di St. Lucia Castries to Pitons“, spendendo circa 150€ per tutti e 4 (due adulti e due bambini). La scelta del tour è stata molto azzeccata. La nostra guida ci ha aspettato all’uscita del porto con tanto di cartello con nome. Era un’auto 5 posti, per cui abbiamo avuto la fortuna di fare un viaggio con autista privato solo noi 4.

Il tour operator che abbiamo contattato dall’Italia sia chiama Viator e abbiamo parlato telefonicamente con una persona che ci ha aiutato anche ad organizzare altri tour su altre isole.
Vi consiglio questo tour operator poiché le aziende a cui si sono appoggiati in loco ai caraibi sono state tutte molto serie. Ricevevamo una mail il giorno prima di ogni tour con la conferma di dove ci aspettavano e l’orario. Inoltre cercando di organizzare solo con auto o tour piccoli c’è la possibilità di modificare anche all’ultimo il giro o in caso di necessità particolari.

La nostra guida è stata molto gentile, onesta e premurosa, pertanto mi sento di consigliare di chiamarlo direttamente e concordare con lui il tour e il prezzo per persona.

Siamo partiti dal porto per un giro che prevedeva: giro per la città, sosta per vedere le coltivazioni di banane e assaggio, soste in punti panoramici dell’isola con spiegazione delle varie piante dell’isola.

Santa LuciaSoste per toccare una foglia o sentire il profumo della noce moscata ancora attaccata agli alberi, villaggi dei pescatori (in cui potete vedere molto bene la povertà di cui vi anticipato anche per le altre isole) in cui spesso non sono case ma baracche di legno o peggio lamiera che vengono spazzate via dagli uragani e ricostruite nello stesso punto se si sopravvive. La carenza di igiene si riscontra ovunque, persone vestite con quello che hanno recuperato, seduti sulle verande ad osservare la gente.

Banane coltivate per l’export in Inghilterra (i sacchi servono per preservarle da eventuali macchie) il 90% delle banane di Santa Lucia vengono esportate in Inghilterra.

Spiaggia Santa Lucia

Siamo arrivati alle ex sulfuree dove era possibile fare il bagno, per poi spostarci su una spiaggia molto bella dove siamo stati qualche ora. Il nostro autista ci ha atteso e poi riportato alla nave.

Il tour prenotato dall’Italia è costato circa 150€, potete però provare direttamente in loco a contattare altri tour e prezzi inferiori, ma per certo consiglio un tour del genere personalizzato con la libertà di cambiare in itinere nel caso piaccia più qualcosa rispetto ad altro.

Monia

Se cercate info su altre isole caraibiche leggete il nostro articolo su Guadalupe. Per non perdere i nostri articoli seguiteci su Facebook .